Ad Afragola, i carabinieri hanno messo fine alle attività di una babygang che per mesi aveva terrorizzato anziani ed extracomunitari con rapine e aggressioni. Dopo un’indagine approfondita, coordinata dal luogotenente Raimondo Semprevivo, sono stati arrestati sei giovani, tra cui un maggiorenne, che a quanto sembra era minorenne all’epoca dei fatti.

I dettagli degli arresti
Dei sei arrestati, due sono stati trasferiti al carcere minorile di Nisida, mentre gli altri quattro sono stati affidati a comunità di recupero. Gli interrogatori di garanzia si sono tenuti presso il tribunale dei minori davanti al giudice dottoressa Polito. Tuttavia, fonti non ufficiali riportano che uno dei membri del gruppo non si è presentato dinanzi al Gip.

La gang, composta da amici del quartiere, avrebbe commesso almeno tre rapine accertate:

Lo scippo della borsa di una donna, contenente appena 30 euro.
Il furto di una bicicletta a un anziano.
La sottrazione di un telefono cellulare a un uomo extracomunitario.
L’episodio che ha avviato l’indagine
L’ultimo episodio violento risale all’ottobre scorso, quando un 73enne di Afragola è stato aggredito brutalmente. L’anziano ha denunciato il fatto ai carabinieri, avviando un’indagine che ha portato agli arresti.

Durante l’aggressione, la vittima ha riportato gravi lesioni, tanto da dover essere sottoposta a un delicato intervento chirurgico per salvare la vista. Dopo un lungo ricovero, l’uomo ha espresso il suo timore: «Ho paura di uscire: questi delinquenti sono ancora in libertà».

Le conseguenze della denuncia
La denuncia del 73enne ha sollevato il velo su una serie di aggressioni perpetrate dalla stessa gang, già nota nel quartiere. La paura diffusa tra i residenti ha accelerato le indagini, culminate negli arresti.

Il legale della vittima ha inviato una lettera al Ministro dell’Interno, sottolineando l’urgenza della situazione. Questo intervento ha dato ulteriore impulso alle forze dell’ordine e alla magistratura per agire rapidamente.

Le reazioni della politica
L’arresto della gang ha scatenato reazioni accese. Il deputato Francesco Emilio Borrelli e il rappresentante di Europa Verde, Salvatore Iavarone, hanno criticato duramente il contesto familiare dei giovani arrestati:
«Finché le famiglie di criminali continueranno a crescere i propri figli in modo irresponsabile o delinquenziale, la situazione non migliorerà. Anche i genitori dovrebbero pagare per questo degrado», hanno dichiarato.

Un problema sociale da affrontare
La vicenda mette in luce un problema sociale radicato. I membri della gang appartengono a famiglie “problematiche”, con scarso controllo sui figli e una cultura della violenza tollerata o addirittura incentivata.