Negli ultimi mesi, molti cittadini si sono trovati di fronte a richieste da parte dell’INPS di restituzione parziale o totale di assegni percepiti in passato. Questa situazione sta sollevando dubbi e preoccupazioni, spingendo i contribuenti a interrogarsi sui criteri adottati e sulle modalità di intervento. Analizziamo la questione in dettaglio.
Perché l’INPS Richiede Indietro gli Assegni?
Le richieste di rimborso da parte dell’INPS si verificano in determinati casi, regolati dalla normativa previdenziale e spesso oggetto di sentenze chiarificatrici della Corte Costituzionale. Ecco le principali situazioni in cui viene richiesto il rimborso:
NASpI non dovuta:
L’indennità di disoccupazione viene richiesta indietro se il lavoratore non soddisfa i requisiti per il sussidio.
Ad esempio, in caso di doppia erogazione per errori burocratici o se il beneficiario ha ripreso a lavorare senza comunicarlo all’INPS.
Doppia erogazione di indennità:
Se due sussidi previdenziali sono stati percepiti nello stesso periodo.
Vizi di dichiarazione o modifiche delle condizioni:
Eventuali errori o omesse comunicazioni relative al reddito o allo stato occupazionale.
Quando il Rimborso è Parziale o Totale?
Secondo la recente sentenza n. 90/2024 della Corte Costituzionale, ci sono casi specifici in cui la richiesta di rimborso totale è considerata illegittima. Il principio stabilisce che il rimborso deve essere proporzionato:
Esempio di proporzionalità: Se il lavoratore ha ricevuto l’indennità NASpI per un periodo in cui è stato solo parzialmente impiegato, il rimborso richiesto deve riguardare esclusivamente i giorni di lavoro subordinato, e non l’intero periodo.
Tuttavia, il rimborso è totale in situazioni come:
Mancata comunicazione di un nuovo impiego.
Percezione indebita derivante da dichiarazioni non veritiere.
Quali Sono le Conseguenze in Caso di Mancato Rimborso?
Se il cittadino non restituisce quanto richiesto, l’INPS può adottare misure coercitive, tra cui:
Iscrizione a ruolo della somma dovuta, con l’avvio di azioni esecutive.
Applicazione di sanzioni e interessi di mora.
Pignoramento di beni personali.
Il termine massimo per richiedere il rimborso è di 5 anni, trascorsi i quali la somma cade in prescrizione.
Cosa Può Fare il Cittadino?
Chi riceve una richiesta di rimborso può adottare le seguenti strategie:
Pagare il rimborso:
Il cittadino può accettare la richiesta, optando eventualmente per una rateizzazione.
Richiedere chiarimenti:
Se la situazione non è chiara, si può contattare l’INPS per ottenere dettagli e verificare la legittimità della richiesta.
Presentare ricorso amministrativo:
Se si ritiene che il rimborso sia infondato o illegittimo, è possibile inoltrare un ricorso amministrativo direttamente all’INPS.
Ricorso legale:
Se l’INPS respinge il ricorso amministrativo, il cittadino può rivolgersi alla giustizia ordinaria per ottenere una revisione del provvedimento.