Si è concluso ieri il processo per la tragica morte di Rita Granata, la 27enne investita mortalmente lo scorso maggio in via Leopardi, a Fuorigrotta. Il giudice per l’udienza preliminare, Campanile, ha condannato il conducente dell’auto, Antonio Riccio, a 8 anni di reclusione, accogliendo la linea della procura. Riccio era accusato di omicidio stradale aggravato dall’uso di alcol e sostanze stupefacenti e di omissione di soccorso.

La tragedia di Rita
Rita Granata fu investita mentre attraversava sulle strisce pedonali. Secondo le indagini, il conducente dell’auto, sotto l’effetto di alcol e cannabis, proseguì la sua corsa senza fermarsi a prestare soccorso. Rita, sbalzata a 30 metri dal punto dell’impatto, fu ricoverata d’urgenza e sottoposta a un intervento chirurgico, ma morì dopo tre giorni di agonia.

La sentenza e il dolore della famiglia
Durante l’udienza, Riccio ha rilasciato una breve dichiarazione in cui ha espresso rimorso per quanto accaduto, ma non ha presentato scuse dirette alla famiglia di Rita. Questo aspetto ha profondamente ferito i genitori della giovane, che hanno commentato con amarezza la sentenza. Luigi Granata, il padre, ha dichiarato:

«Ha avuto il massimo previsto dalla legge, ma resta la rabbia per aver perso una figlia in un modo così assurdo. Non ha mai chiesto scusa, aggiungendo altro dolore a una famiglia già distrutta.»

Amici e familiari di Rita hanno manifestato fuori dal tribunale per chiedere una pena severa, unendosi in un sit-in di solidarietà.

Il ricordo di Rita e il suo ultimo gesto d’amore
Rita Granata era una giovane donna straordinaria, impegnata socialmente e professionalmente. Manager presso una società internazionale a Roma, era anche cintura nera di judo e presidente di giuria della Fijlkam. Sognava di diventare magistrato e stava approfondendo i suoi studi per intraprendere questa carriera.

Nonostante la tragedia, il suo spirito altruista ha continuato a vivere grazie alla decisione dei genitori di donare i suoi organi, salvando la vita a dieci persone.

Un appello per la sicurezza stradale
Questo drammatico caso solleva nuovamente il problema della sicurezza stradale e della guida sotto l’effetto di sostanze. Episodi come questo richiamano la necessità di pene più severe e una maggiore attenzione alla prevenzione per evitare che altre famiglie vivano un dolore simile.