La comunità di Volla (Napoli) è sconvolta per la tragica morte di Santo Romano, il giovane di 19 anni ucciso in piazza Capasso, a San Sebastiano al Vesuvio. Secondo quanto raccontato da Carmine, lo zio materno del ragazzo, Santo era intervenuto come mediatore in una lite scoppiata per un motivo banale: uno scontro fortuito in cui un ragazzo aveva accidentalmente calpestato il piede di un altro. Nonostante l’intervento pacifico di Santo per calmare gli animi, la situazione è degenerata drammaticamente quando una delle persone coinvolte è tornata armata e ha sparato, colpendolo al petto e uccidendolo.

La notte fatale era iniziata con la celebrazione dell’onomastico di Santo, una serata spensierata in famiglia che si è trasformata in tragedia. Dopo la mezzanotte, mentre era con gli amici per un semplice caffè, il giovane portiere della squadra di calcio locale, stimato per il suo impegno e il carattere esemplare, è stato colpito da un proiettile che non gli ha lasciato scampo.

Amici, familiari e compagni di squadra si sono radunati davanti alla sua abitazione, sopraffatti dal dolore e dall’incredulità. Lo zio Carmine ha descritto Santo come un ragazzo “bravissimo ed educatissimo”, impegnato nello studio e nel calcio, con un futuro promettente e da poco fidanzato. Questo tragico episodio ha messo in luce la vulnerabilità dei giovani in contesti che possono rapidamente degenerare, anche quando motivati da interventi pacifici.

Un 17enne sospettato di essere coinvolto è attualmente in caserma a Torre del Greco, dove è sottoposto a interrogatorio dai carabinieri e dal pm della procura minorile di Napoli per far luce sull’accaduto. Intanto, la comunità si stringe intorno alla famiglia di Santo, ricordandolo come un giovane pieno di vita che ha pagato con la propria l’innocenza del suo tentativo di riportare calma e razionalità.