Marisa I., una 43enne di Montesarchio, ha scelto di patteggiare la pena di 1 anno e 6 mesi, sospesa, in un caso di estorsione ai danni del dottor Alessandro Rosa, assessore all’Ambiente del Comune di Benevento. L’udienza, inizialmente prevista per oggi, è stata rimandata a causa dell’astensione proclamata dall’Unione delle Camere Penali contro il pacchetto sicurezza. Ora spetta al giudice Roberto Nuzzo decidere, il prossimo 10 febbraio, se accogliere o meno il patteggiamento.

Le Accuse e l’Indagine
La vicenda risale al luglio 2023, quando Marisa I. finì arrestata in flagranza di reato dalla Squadra mobile in un centro commerciale a Montesarchio. Durante l’operazione, la polizia trovò una busta con 1.200 euro su un tavolino dove la donna era seduta. La somma sarebbe richiesta come parte di un ricatto, secondo le accuse, in cui la donna avrebbe minacciato di rivelare alla moglie del medico una presunta relazione tra loro.

L’indagine era partita dalla denuncia di Alessandro Rosa, il quale dichiarò di essere vittima di ricatto. Inizialmente, la richiesta della donna ammontava a 13.000 euro, poi ridotta a 2.000 euro, somma che Rosa si sarebbe detto disposto a pagare pur di fermare le minacce. L’accusata, assistita dall’avvocato Pierpaolo Taddeo, ha sostenuto che la sua richiesta di denaro fosse dovuta a difficoltà economiche e non a un tentativo di estorsione.

Il Racconto della Difesa
Durante l’udienza di convalida dell’arresto, Marisa I. ha spiegato di aver contattato il medico via Facebook per richiedere trattamenti medici e, successivamente, di essere stata invitata allo studio del dottore. Secondo la sua versione, dopo vari incontri, avrebbe richiesto un aiuto economico per le proprie difficoltà finanziarie. Di fronte al rifiuto del medico, avrebbe fatto allusione alla possibilità di rivelare la loro relazione, facendo così scattare la denuncia per estorsione.

Polemiche e Strumentalizzazioni
La vicenda ha generato ampie discussioni a livello locale, raggiungendo un livello di tensione quando alcuni manifesti con contenuti diffamatori, riferiti alla vicenda, sono comparsi in città. Le autorità non hanno ancora identificato i responsabili delle affissioni, che hanno alimentato un clima di strumentalizzazione e scandalo intorno al caso.