L’omicidio di Santo Romano, avvenuto il 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio, ha sconvolto due famiglie e un’intera comunità. Dopo la tragica sparatoria che ha portato alla morte del giovane, i genitori del 17enne indagato e reo confesso hanno scritto una lettera pubblica alla famiglia della vittima, chiedendo perdono. La lettera è stata resa nota dall’avvocato della difesa, Luca Raviele, dopo che il giudice per le indagini preliminari, Anita Polito, ha confermato la custodia cautelare per il giovane accusato di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio.
Il contenuto della lettera
Nella lettera, i genitori dell’indagato si rivolgono a tutta la famiglia di Santo Romano, cercando di esprimere il loro dolore per l’inimmaginabile perdita. “Vi chiediamo scusa e perdono per ciò che ha fatto nostro figlio, per il dolore terribile che vi è inflitto, per la tragedia che state vivendo,” si legge nella missiva, che evidenzia come questa tragedia abbia distrutto non solo la vita dei familiari di Santo, ma anche quella degli stessi genitori dell’indagato.
Una famiglia semplice e senza legami con la criminalità
La madre dell’indagato ha voluto chiarire la loro estraneità a contesti criminali, sottolineando che sono “una famiglia umile”, con una vita dedicata al lavoro. Ha spiegato che suo marito lavora in un camion dei panini e che i figli sono cresciuti in un ambiente normale e dignitoso. Nel testo della lettera, la donna descrive se stessa come “una madre normale”, priva di qualsiasi legame con la criminalità organizzata, cercando di far capire quanto questa situazione abbia devastato anche loro.
La difficile gestione del figlio
La madre ha rivelato che il figlio, sin da piccolo, è seguito da una neuropsichiatra infantile. Tuttavia, negli ultimi anni, la situazione era diventata ingestibile: il ragazzo rifiutava cure e farmaci, nonostante l’intervento dei servizi sociali. La madre racconta il difficile percorso della famiglia per cercare di gestire una situazione che alla fine è degenerata in modo tragico e inaspettato.
Il bisogno di perdono
La lettera si conclude con una dichiarazione di angoscia e pentimento, e un accorato appello alla famiglia di Santo Romano: “Noi siamo una famiglia sconvolta e distrutta insieme alla vostra – chiediamo perdono da parte di nostro figlio”.
Un atto di riflessione e di empatia
L’appello della famiglia del giovane reo confesso rappresenta un raro momento di riflessione in una vicenda di cronaca drammatica. La lettera, sebbene non possa attenuare il dolore della famiglia di Santo, è un tentativo di riconoscere la tragedia e di chiedere perdono, nella speranza di una minima forma di redenzione o di comprensione in un momento di grande sofferenza.