La tragedia di Santo Romano ha scosso profondamente la comunità napoletana, portando migliaia di persone a unirsi in un corteo per chiedere giustizia e sicurezza. Le parole accorate di Mena De Mare, madre del giovane ucciso, risuonano come un appello disperato ma deciso: “I minorenni che sbagliano devono rimanere in carcere. Io non mi arrendo.” La sua richiesta di pene più severe per i minori coinvolti in crimini violenti riflette il dolore di una madre che ha perso un figlio in circostanze tragiche e assurde, ma anche il bisogno di una risposta concreta dallo Stato.

Il corteo, denominato “Liberiamo Napoli”, ha visto una partecipazione spontanea di mamme, giovani e cittadini preoccupati per la violenza che affligge la città. Napoli, descritta da De Mare come una città bellissima, è però funestata da episodi di criminalità che rendono insicuri alcuni luoghi pubblici, come dimostra il caso di Santo, ucciso a soli 19 anni per un futile litigio in piazza.

Il grido di Simona, la fidanzata di Santo
Tra i partecipanti, Simona, 17 anni, fidanzata di Santo, ha espresso tutta la sua rabbia e il suo dolore davanti alla Questura di Napoli: “Santo è morto sotto i nostri occhi, davanti allo Stato. Dov’erano le forze dell’ordine? Quanti altri ragazzi devono morire?” Le sue parole sottolineano un sentimento diffuso di abbandono e impotenza da parte delle istituzioni, accusate di non garantire la sicurezza necessaria nelle strade.

Richieste di giustizia e un appello allo Stato
La vicenda di Santo Romano, ucciso da un 17enne per una banale lite, è diventata un simbolo delle criticità della giustizia minorile e della necessità di prevenire simili tragedie. Molti manifestanti hanno sottolineato l’urgenza di riforme che aumentino le pene per i giovani colpevoli di reati gravi, nella speranza di dissuadere futuri atti di violenza.

Un corteo carico di emozione
Lungo il percorso, parenti e amici di Santo hanno indossato magliette con la sua immagine e mostrato cartelli con scritte come “Eternamente il nostro numero 1”, in omaggio alla sua passione per il calcio. La marcia, culminata davanti alla Prefettura di Napoli, è stata segnata da un gesto simbolico: l’apposizione di un adesivo a forma di cuore con la scritta “Santo vive”. Questo atto rappresenta la volontà della comunità di non dimenticare il giovane e di lottare affinché tragedie come la sua non si ripetano.