Le indagini sull’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, avvenuto il 5 settembre 2010, hanno preso una piega drammatica con l’arresto di quattro persone, tra cui Fabio Cagnazzo, un colonnello dei carabinieri. L’inchiesta, condotta dal Ros di Roma e dalla Procura di Salerno, ha portato alla luce nuovi dettagli, suggerendo che l’omicidio del sindaco potrebbe essere stato motivato da un tentativo di coprire un traffico di sostanze stupefacenti scoperto proprio da Vassallo.

L’Accusa di Omicidio e Traffico di Droga
Le accuse nei confronti dei quattro arrestati sono gravi: omicidio volontario in concorso, aggravato dal metodo mafioso, commesso per coprire il traffico di droga che il sindaco aveva scoperto. Tra i principali coinvolti, Fabio Cagnazzo è accusato di aver agito per impedire che le indagini di Vassallo sul narcotraffico fossero portate avanti. Secondo quanto emerso, Cagnazzo, utilizzando i collaboratori di giustizia, avrebbe gestito il traffico di droga, facendo mettere sostanze stupefacenti all’interno delle valigie dei collaboratori di giustizia ospitati in strutture di Acciaroli, dove successivamente erano custodite in un garage vicino al mare.

Le Rivelazioni di Pierluca Cillo e Francesco Avallone
La vicenda è ulteriormente complicata da testimonianze che suggeriscono un uso “strumentale” dei pentiti per coprire il traffico di droga. In particolare, Pierluca Cillo, un agente immobiliare, ha rivelato in un colloquio con Francesco Avallone, compagno della figlia del sindaco, che aveva appreso da una sua ex fidanzata, legata a uno dei pentiti, che presso il Caleo esisteva una base di droga destinata a Napoli. Secondo Cillo, i collaboratori di giustizia non erano altro che “strumenti” per nascondere questa rete di traffico illecito, e Angelo Vassallo avrebbe scoperto tutto ciò, motivo per cui sarebbe ucciso.

Il Ruolo di Fabio Cagnazzo e l’Inchiesta in Corso
Un altro elemento che pesa sulle indagini è la presenza di Fabio Cagnazzo la sera dell’omicidio. Il colonnello, infatti, avrebbe avuto un’assenza di 23 minuti durante una comitiva diretta a un ristorante la sera in cui il sindaco finì assassinato, senza riuscire a fornire spiegazioni convincenti per quel periodo di tempo. Questo sospetto ha alimentato l’ipotesi che Cagnazzo fosse a conoscenza del piano per uccidere Vassallo e si fosse attivato per depistare le indagini successivamente al delitto.

Il Clima di Omertà e le Difficoltà nelle Indagini
Il giudice per le indagini preliminari (GIP) di Salerno ha sottolineato come, nonostante le indagini siano in corso da anni, la verità completa sul caso resti ancora da chiarire. L’omicidio del sindaco Vassallo appare legato a un traffico di droga, ma le difficoltà riscontrate dalle forze dell’ordine nel ricostruire completamente gli eventi sono legate anche a un clima di omertà, reticenza e diffidenza che ha ostacolato il lavoro degli investigatori.

Nonostante i progressi, il movente dell’omicidio, legato al narcotraffico scoperto dal sindaco, rimane il punto cruciale, ma restano ancora molti dubbi sugli esecutori materiali del delitto. Le indagini continuano, con la speranza che, a lungo termine, si possano chiarire tutti i dettagli di questa vicenda che ha scosso la comunità e l’opinione pubblica.