Dal carcere, il baby boss Emanuele Marsicano, 27 anni, ha lanciato minacce pesanti contro l’intero quartiere di Pianura, alla periferia occidentale di Napoli, proclamandosi leader incontrastato della zona. La dichiarazione, registrata durante un’intercettazione risalente alla vigilia del Capodanno 2022, è uno degli elementi agli atti di un’indagine che ha portato all’arresto di 15 persone. L’operazione è stata eseguita dalla Squadra Mobile di Napoli su mandato del gip, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA).

Le minacce di Marsicano
Nella conversazione intercettata, Marsicano afferma:

“Una volta libero farò di Pianura una Bagdad”,
promettendo di trasformare il quartiere in un teatro di violenza.

Le sue mire espansionistiche si estendono anche a quartieri limitrofi, ribadendo la sua posizione di comando:

“Sono io che comando a Pianura… e nessuno altro più”.

Invettive contro un giornalista
Tra i bersagli delle minacce del baby boss figura anche il giornalista Pino Grazioli, noto per il suo lavoro di denuncia. Marsicano usa un linguaggio violento, dichiarando l’intenzione di aggredirlo fisicamente:

“Devo pigliare a quel Pino… Pino Grazioli e l’aggio spremere come un limone! Con le mani… e lo butto in mezzo alla via”.

L’inchiesta e i reati contestati
Le minacce intercettate fanno parte di un’indagine più ampia che ha portato alla notifica di 15 arresti. Marsicano e i suoi complici sono accusati di diversi reati, tra cui:

Associazione a delinquere di stampo mafioso;
Estorsioni;
Spaccio di droga;
Tentativi di controllo del territorio tramite violenza e intimidazioni.
L’obiettivo del gruppo, secondo gli inquirenti, era consolidare il proprio potere e ampliare la propria influenza criminale, destabilizzando ulteriormente un quartiere già segnato da tensioni sociali e delinquenza.