Il caso di Alessandro Impagnetiello ha suscitato profonda indignazione e sconcerto. L’uomo è accusato di aver brutalmente ucciso la compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, con 37 coltellate, di cui undici in punti vitali. La richiesta di condanna all’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi, presentata dalla procuratrice Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo alla prima corte d’Assise di Milano, sottolinea la gravità e la premeditazione del crimine, definendo l’accusato come un “manipolatore, narcisista e psicopatico”. Secondo l’accusa, l’imputato vedeva Giulia e il figlio in arrivo come un ostacolo alla propria vita, progettando quindi per mesi la loro eliminazione.

La Dinamica del Crimine e le Bugie dell’Imputato
L’omicidio di Giulia è avvenuto il 27 maggio 2023 nell’appartamento che condividevano a Senago, vicino a Milano. La giovane donna è stata attaccata alle spalle, senza possibilità di difendersi. Successivamente, Impagnetiello ha tentato di distruggere il corpo, prima cercando di bruciarlo nella vasca da bagno, poi nascondendolo in garage e provando nuovamente a darlo alle fiamme. Infine, ha spostato il corpo in un anfratto dietro alcuni box in viale Monterosa, distante solo pochi metri dalla loro abitazione.

Gli inquirenti hanno scoperto che Impagnetiello aveva tentato in precedenza di avvelenare Giulia con del veleno per topi, ma, fallendo, ha cambiato strategia, considerando persino di far credere che Giulia si fosse suicidata o allontanata volontariamente. Durante le indagini, l’imputato ha mostrato una freddezza inquietante, manipolando le persone intorno a sé e mantenendo il controllo della situazione fino a quando, messo con le spalle al muro, ha confessato il delitto.

La Difesa e la Prossima Sentenza
La difesa di Impagnetiello, rappresentata dalle avvocatesse Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia, ha cercato di appellarsi a un presunto senso di colpa mostrato dall’imputato dopo il delitto, richiedendo attenuanti generiche. Tuttavia, l’accusa sostiene che non vi sia alcun segno di pentimento reale, evidenziando come Impagnetiello abbia continuato a mentire e a manipolare anche dopo il crimine.

La sentenza è attesa per il 25 novembre, una data particolarmente simbolica, in quanto coincide con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.