La Procura di Avellino ha avviato un’inchiesta riguardante la violenta aggressione avvenuta il 12 ottobre scorso all’interno del carcere della città, dove un detenuto 26enne, originario di Napoli, è finito brutalmente aggredito. Dodici detenuti sono iscritti nel registro degli indagati con le accuse di tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. Le accuse sono particolarmente gravi: secondo il pm Luigi Iglio, i sospetti avrebbero impedito l’intervento della Polizia Penitenziaria, rendendo impossibile interrompere tempestivamente l’aggressione.

Una “Spedizione Punitiva” e le Ipotesi di un Mandante
L’attacco al giovane detenuto è descritto come una “spedizione punitiva”, un assalto premeditato dalle dinamiche estremamente violente, con colpi inferti in diverse parti del corpo tramite coltelli artigianali. L’aggressione è avvenuta nella sezione ad alta sicurezza del carcere, un’area già monitorata per la presenza di individui legati ad ambienti criminali pericolosi. Le indagini della Procura mirano a individuare eventuali mandanti dell’azione violenta, ipotizzando che l’aggressione possa essere stata ordinata come punizione o regolamento di conti.

Condizioni della Vittima e Trasferimenti di Detenuti
La vittima dell’aggressione finì ricoverata in condizioni critiche presso l’ospedale “Moscati” di Avellino, dove ha lottato tra la vita e la morte per giorni. Sebbene le sue condizioni siano lievemente migliorate, il 26enne rimane sotto stretta osservazione medica. In risposta all’accaduto, circa cinquanta detenuti della Sezione Alta Sicurezza sono trasferiti in altre strutture carcerarie, una decisione presa per motivi di sicurezza e per scongiurare ulteriori episodi di violenza.

Un Allarme per la Sicurezza nelle Carceri Italiane
Questo episodio mette in evidenza il clima di tensione e i rischi che caratterizzano alcune aree degli istituti penitenziari italiani. La presenza di armi artigianali e la capacità organizzativa di alcuni detenuti rappresentano una sfida per la sicurezza interna delle carceri. Il personale penitenziario, in questa vicenda, ha visto ostacolato il proprio tentativo di intervenire, con i detenuti sospettati di aver bloccato le guardie nel tentativo di portare a termine l’aggressione.

Prossimi Sviluppi dell’Inchiesta
L’indagine è tuttora in corso, e si concentrerà sull’identificazione di un eventuale mandante e sulle modalità attraverso cui i detenuti sono riusciti a organizzare l’aggressione. L’accusa di tentato omicidio potrebbe comportare pene estremamente severe per gli indagati, mentre si cercano misure per garantire maggiore sicurezza e controllo nella Sezione Alta Sicurezza, dove la gestione del rischio di violenza è particolarmente complessa.

La vicenda, tragica e allarmante, evidenzia le difficoltà del sistema penitenziario italiano nel gestire situazioni di alta tensione e suggerisce la necessità di rafforzare le misure di sicurezza per proteggere la vita e l’integrità dei detenuti stessi e del personale che lavora negli istituti di detenzione.