Un episodio di violenza sconvolgente ha scosso ieri mattina la comunità di Santa Maria delle Mole, vicino a Roma, quando una ragazzina di 12 anni ha aggredito un suo compagno di classe all’interno della scuola con un coltello da cucina portato da casa. L’episodio ha lasciato sgomento tra studenti, insegnanti e famiglie, evidenziando un preoccupante problema di tensioni giovanili che sfociano in atti di violenza.
L’Aggressione e la Fuga
Secondo le ricostruzioni, la ragazza avrebbe colpito il compagno al dorso della mano e al petto, ferendolo in modo superficiale. Dopo l’aggressione, si è allontanata dalla scuola in stato confusionale, ma ha successivamente chiamato il numero di emergenza per costituirsi. I carabinieri l’hanno trovata scossa e l’hanno riconsegnata ai genitori.
Le Possibili Cause: Tensioni e Rivalità tra i Due Studenti
Dalle prime testimonianze raccolte, sembra che l’episodio sia stato innescato da attriti preesistenti tra i due giovani. La 12enne avrebbe accusato il compagno di averla denunciata per aver copiato un compito in classe, un’accusa che sembra aver intensificato una serie di screzi precedenti tra i due, culminando poi nell’atto violento.
Condizioni del Ragazzo e Indagini in Corso
Il ragazzo ferito è stato subito trasportato in ospedale per ricevere le cure necessarie, ma fortunatamente non si trova in pericolo di vita. La giovane aggressore, invece, è ora sotto osservazione e affidata ai genitori. Le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire le responsabilità e le esatte dinamiche dell’aggressione, cercando di comprendere i motivi alla base di un gesto tanto estremo in una ragazza così giovane.
L’Intervento del Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi
L’episodio ha sollevato riflessioni più ampie sul disagio giovanile e sul ruolo della scuola e della famiglia. Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma, ha sottolineato la necessità di un sistema educativo più forte e di una collaborazione con le equipe psicologiche del territorio, sottolineando come le scuole siano sempre più spesso chiamate a rispondere a problematiche sociali e psicologiche che dovrebbero trovare supporto anche a livello familiare e sanitario.
Secondo Rusconi, nonostante le scuole organizzino regolarmente corsi di sensibilizzazione contro l’aggressività e il bullismo, questi programmi non sempre riescono a prevenire episodi simili. La questione diventa quindi una sfida per tutta la società, che necessita di interventi mirati e di un lavoro collettivo per arginare i disagi giovanili e promuovere un clima scolastico più sereno e sicuro.