Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta lavorando alla Manovra di Bilancio 2025 con l’obiettivo di ridurre il disavanzo pubblico e controllare la spesa. In linea con il principio dell’articolo 53 della Costituzione, che impone a tutti i cittadini di contribuire alle spese pubbliche in base alla loro capacità contributiva, il governo si prepara a introdurre nuove misure volte a garantire maggiori entrate, pur senza aumentare formalmente le imposte.

Il contesto della manovra
La legge di Bilancio per il 2025 richiede circa 22 miliardi di euro per finanziare una serie di interventi. Tra questi, la conferma della riduzione del cuneo fiscale, sgravi IRPEF per i redditi più bassi, e incentivi per favorire la natalità e sostenere le madri lavoratrici. Il governo ha già stanziato gran parte delle risorse necessarie, ma rimangono da reperire tra i 5 e i 10 miliardi di euro, a seconda delle priorità della maggioranza.

Sacrifici e contributi del comparto produttivo
Il pacchetto di misure economiche in arrivo potrebbe coinvolgere il mondo delle imprese, con l’obiettivo di ottenere un contributo da quelle che traggono vantaggi da situazioni di mercato favorevoli. Giorgetti ha menzionato, in particolare, banche, assicurazioni e aziende attive nel settore degli armamenti. Un intervento sulle imprese con profitti straordinari potrebbe portare risorse aggiuntive al bilancio dello Stato, replicando quanto già avvenuto con la tassa sugli extraprofitti delle banche.

Inoltre, le piccole e medie imprese potrebbero dover affrontare un incremento delle tasse attraverso il “concordato preventivo biennale”, con una stima di maggiori entrate pari a circa 1,5 miliardi di euro all’anno.

Ipotesi sul tavolo
Tra le possibili misure fiscali si discute di una stretta sul trattamento delle imposte differite (DTA), che generano crediti di imposta per le imprese, e di un nuovo intervento sulle stock option, ossia i piani di sottoscrizione agevolata di azioni per i manager delle aziende quotate. Questa misura era già stata oggetto di revisione nel 2010 sotto il governo Berlusconi, con l’introduzione di un’addizionale del 10%, che potrebbe ora essere innalzata.

Si sta valutando, inoltre, un prelievo specifico per le assicurazioni, soprattutto in seguito all’obbligo di stipulare polizze per la copertura dei rischi da calamità naturali, che potrebbe portare benefici significativi alle casse pubbliche.

Tagli alla spesa e revisione delle detrazioni fiscali
La strategia del governo non si baserà unicamente su nuove entrate fiscali. Giorgetti ha sottolineato la necessità di ridurre ulteriormente la spesa pubblica, con una nuova riduzione dei budget ministeriali. Tra i possibili interventi, si prospettano tagli alle agevolazioni fiscali, come quelle per le ristrutturazioni edilizie e l’ecobonus. Si ipotizza una limitazione dei bonus per le seconde case e l’introduzione di tetti di spesa individuali basati sul reddito.