Le Forze dell’Ordine italiane hanno inflitto un duro colpo a una vasta rete criminale di origine cinese, dedita al riciclaggio di denaro e all’evasione fiscale su scala internazionale. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Ancona, ha portato all’arresto di sette persone e ha coinvolto altre 44 come indagate, oltre a 33 soggetti destinatari di sequestri sparsi nelle Marche e in 21 province italiane, tra cui Puglia, Campania, Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo, Toscana, Piemonte e Lazio.

La “Banca Clandestina”: Come Operava il Sistema di Riciclaggio
Le indagini hanno svelato una complessa struttura operativa, descritta come una vera e propria “banca clandestina”, dotata di sportelli segreti situati in negozi, abitazioni private e persino agenzie di viaggio. Questa rete nascosta permetteva all’organizzazione di raccogliere e gestire enormi quantità di denaro in contante, derivanti da attività illecite, e di reinvestirle sia in Italia che all’estero, principalmente in Cina. Il denaro era “lavato” tramite fatture false e trasferimenti su conti esteri, per poi essere impiegato sia per sostenere attività commerciali in Italia, sia per essere rimpatriato.

La Frode al Fisco e i Danni all’Economia Legale
L’organizzazione era coinvolta anche nell’importazione illegale di merci come abbigliamento e accessori, eludendo i dazi doganali e il pagamento delle tasse. Il profitto generato da queste operazioni illecite veniva successivamente ripulito attraverso la banca clandestina, causando una massiccia frode fiscale stimata in circa 500 milioni di euro. Questo sistema, oltre a sottrarre risorse all’erario italiano, danneggiava gravemente l’economia legale, minando la concorrenza e favorendo il consolidamento di attività commerciali illecite.