La mostra “Documentare gli Scavi: Pompei nelle imprese editoriali del Regno 1740–1850”, attualmente aperta al pubblico nella Sala del Plastico del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, offre un’affascinante esplorazione del processo di documentazione delle scoperte archeologiche nelle città vesuviane. Questo periodo, caratterizzato da grandi scoperte e importanti pubblicazioni, è stato fondamentale per la comprensione e la valorizzazione del patrimonio archeologico italiano.
Il Processo di Documentazione delle Scoperte Archeologiche
Storia e Contestualizzazione
Il processo di documentazione delle scoperte archeologiche in città come Pompei ed Ercolano si è intensificato a partire dal XVIII secolo, quando i scavi, inizialmente avviati in modo sporadico, sono stati sistematizzati sotto la direzione di vari regnanti di Napoli, tra cui Carlo di Borbone e Ferdinando II. Questi sovrani hanno commissionato numerose pubblicazioni ufficiali per documentare e disseminare le scoperte, contribuendo alla creazione di una narrativa storica attorno agli scavi.
Le Pubblicazioni e il Loro Ruolo
Le pubblicazioni, come “Le Antichità di Ercolano Esposte” (1757–1792), sono diventate fondamentali per la diffusione della conoscenza archeologica. Attraverso la stampa di rami, disegni preparatori e gouaches di artisti come Francesco Morelli, queste opere hanno offerto una rappresentazione visiva delle scoperte, permettendo anche a chi non poteva visitare direttamente i siti archeologici di accedere a queste informazioni.
Valorizzazione delle Fonti
Il Direttore Generale Musei, prof. Massimo Osanna, sottolinea l’importanza di valorizzare le fonti storiche che raccontano le epoche delle grandi scoperte. La mostra non solo celebra i ritrovamenti, ma cerca di connettere il pubblico alla storia dell’archeologia, evidenziando le metodologie di scavo e ricerca sviluppate nel tempo.
Un Percorso per Diversi Pubblici
La mostra è pensata per attrarre diversi tipi di visitatori, da studiosi e appassionati di archeologia a famiglie e studenti. Grazie all’esposizione di opere provenienti dai fondi del Museo, come il grande plastico di Pompei realizzato tra il 1861 e il 1879, il pubblico può inserirsi in un contesto storico più ampio che racconta non solo le scoperte ma anche la loro musealizzazione e pubblicazione.
Dialogo tra Passato e Presente
La mostra crea un dialogo tra il passato e il presente, mostrando come le prime imprese di documentazione abbiano evoluto nel tempo. La volontà di raccontare il passato si manifesta in modalità comunicative sempre nuove, dall’illustrazione artistica alle moderne tecnologie di esposizione, rimanendo sempre ancorata all’importanza della ricerca e dello studio.