Il corpo di Emanuele Tufano lo hanno trovato tra i numerosi bossoli disseminati sulla strada. Le prime ipotesi suggeriscono che sia stato ucciso da un singolo proiettile, e le telecamere di videosorveglianza della zona potrebbero aver ripreso l’intero tragico episodio. Questo omicidio, che coinvolge un adolescente, ha scosso profondamente la comunità napoletana, già segnata da frequenti episodi di violenza giovanile.
Le Reazioni delle Istituzioni
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha commentato l’accaduto sottolineando il dramma del coinvolgimento di giovani così piccoli in crimini violenti: «Non è possibile che questi eventi vedano protagonisti ragazzi di 14-15 anni», ha affermato, evidenziando l’urgenza di affrontare il fenomeno dei baby-criminali con interventi mirati.
Anche l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha espresso il suo dolore e la sua preoccupazione: «Ogni volta che un giovane resta ucciso la nostra città perde una parte del suo futuro». Le sue parole sono un forte appello per un cambio di passo nella gestione di questi episodi, ribadendo l’importanza di agire con decisione per evitare che la violenza giovanile distrugga il tessuto sociale della città.
Il Prefetto e il Comitato per la Sicurezza
Immediatamente dopo l’omicidio, il prefetto Michele di Bari ha convocato una riunione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Al termine della riunione, il prefetto ha dichiarato che l’evento ha provocato una “profonda scossa” in città, richiedendo una risposta immediata su più fronti. Oltre alle misure di prevenzione, con servizi di controllo intensificati e mirati, il prefetto ha sottolineato l’importanza di un’azione forte da parte della magistratura.
Ma non solo la giustizia e la repressione: il prefetto ha lanciato un appello alla città affinché si riappropri degli strumenti educativi necessari per prevenire questi atti di violenza, un richiamo forte alla responsabilità collettiva nel sostenere e guidare i giovani prima che cadano nelle maglie della criminalità.