Un terribile femminicidio si è consumato nelle campagne di Gravina in Puglia, in provincia di Bari. La vittima, Maria Arcangela Turturo, 60 anni, è uccisa dal marito, Giuseppe Lacarpia, 65 anni, in un brutale attacco che ha scioccato la comunità locale e sollevato nuovamente il tema della violenza contro le donne in Italia.

La dinamica del crimine
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Lacarpia avrebbe dapprima tentato di uccidere la moglie appiccando il fuoco all’automobile, una Fiat Panda, all’interno della quale si trovava la donna. Nonostante le ustioni, Maria Arcangela è riuscita a uscire dall’auto in fiamme. Ma il marito, determinato a portare a termine il suo intento omicida, l’ha immobilizzata e ha usato il proprio peso corporeo (circa 100 chilogrammi) per schiacciarla, comprimendo il suo torace e provocando fratture allo sterno e alle costole. Questa brutale pressione ha causato la compressione del cuore, portando infine alla morte della donna in ospedale.

Le ultime parole della vittima
Prima di morire, Maria Arcangela ha avuto la forza di raccontare ai poliziotti intervenuti e a sua figlia, che l’ha raggiunta in ospedale, i dettagli dell’attacco. Ha dichiarato che il marito aveva intenzionalmente dato fuoco all’auto per ucciderla e, dopo che lei era riuscita a fuggire, l’aveva soffocata mettendole le mani intorno al collo.

L’arresto del marito
Giuseppe Lacarpia, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati a delitti contro la persona e contro il patrimonio, è fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Il fermo è emesso dalla Procura della Repubblica di Bari e eseguito dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari e del locale commissariato di polizia. L’uomo è immediatamente trasferito nel carcere di Bari.

Un caso di femminicidio che scuote l’Italia
Questo caso di femminicidio rappresenta l’ennesimo tragico episodio di violenza contro le donne in Italia, un fenomeno che continua a suscitare indignazione e preoccupazione. La vicenda di Maria Arcangela Turturo riaccende i riflettori sulla necessità di un impegno ancora più forte da parte delle istituzioni per prevenire e contrastare la violenza domestica, offrendo alle donne strumenti di protezione efficaci.