Una candidatura sostenuta da ben 80 sindaci, perche’ l’evento che si intende agguantare potrebbe portare ricadute a cascata di grande impatto e media-lunga durata. Questa mattina, a Pompei, nell’aula del Consiglio comunale e’ stato siglato il protocollo di intesa che lega il sogno del Comune di Pompei di ottenere il titolo di Capitale italiana della Cultura 2027 e la speranza di altri primi cittadini di riuscire a intercettare parte dei “visitatori” degli eventi che dureranno un anno e di riuscire a dare ossigeno all’economia dei propri territori.
A presiedere l’incontro il sindaco Carmine Lo Sapio, che da un lato guarda speranzoso al futuro e dall’altro spera di non vedere sfumare la tappa pompeiana del G7 Cultura dopo il caso Sangiuliano-Boccia. Presenti i sindaci, o loro rappresentanti, dei comuni della fascia costiera, dell’entroterra e i rappresentanti di diversi enti a partire dal Parco archeologico pompeiano alle Unioni degli industriali dei due capoluoghi di provincia, fino al Parco nazionale del Vesuvio. In Aula anche diverse decine di associazioni del territorio.
Nel corso dell’incontro Lo Sapio ha chiesto la partecipazione non solo formale alla designazione della sua citta’, con l’atto di giunta dei singoli comuni da allegare al dossier da presentare entro fine settembre, ma una convinta adesione sostanziale al programma di iniziative che sara’ allegato alla domanda di candidatura. “Bisogna unire le forze di tutti per realizzare programmi di alto profilo, non ci si puo’ trincerare nei propri confini ma bisogna guardare oltre – ha osservato Lo Sapio -. E’ quello che stiamo provando a fare consentendo a tutti i comuni limitrofi di beneficiare dei visitatori degli scavi. Solo cosi’ l’economia si sviluppa su tutta la Campania”.
Gli ha fatto eco il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, che ha invitato i colleghi a sfruttare l’occasione di Pompei Capitale italiana della Cultura 2027 per costruire un nuovo modello di territorio. “Faccio i complimenti a Lo Sapio per aver lanciato questa grande sfida. Noi siamo disponibili a partecipare a tavoli tecnici e a seguirvi nelle indicazioni che ci state dando, ma credo che la sfida sia molto piu’ grande – ha detto Aliberti -. La vera sfida e’ quella che viene dopo il 2027: dobbiamo costruire un territorio che sia attrattivo per i milioni di persone che arriveranno, e dobbiamo essere pronti per costruire il territorio e la nuova economia che gira intorno al territorio grazie a queste nuove opportunita’.
Questa e’ una grande area nella quale dobbiamo parlare lo stesso linguaggio. Bisogna realizzare strade, infrastrutture, alberghi. La sfida e’ molto piu’ grande, e’ quella che viene dopo il 2027, e’ la capacita’ di stare insieme, mettendo da parte interessi spiccioli, personali.