Ventidue dipendenti del Policlinico di Foggia, tra cui medici e infermieri, sono sotto indagine per la morte di Natascia Pugliese, la giovane di Cerignola deceduta il 4 settembre scorso nella sala operatoria di chirurgia toracica. La ragazza era ricoverata dall’inizio di giugno a causa delle complicazioni sorte dopo un incidente stradale avvenuto mentre era a bordo di un monopattino elettrico.

La morte di Natascia Pugliese ha scatenato una reazione violenta da parte dei familiari della giovane, che hanno compiuto una vera e propria “spedizione punitiva” contro i sanitari del Policlinico. L’aggressione è infatti descritta dalla sorella della ragazza come un atto in stile “Gomorra” sui social media. Questo episodio di violenza è stato uno dei motivi che hanno portato alla manifestazione di ieri davanti al Policlinico Riuniti di Foggia, organizzata dalle sigle sindacali Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, con la partecipazione di altre organizzazioni sanitarie e civiche.

Il pm Paola de Martino ha firmato un atto dovuto, in vista dell’autopsia programmata per domani, affidata al professor Vittorio Fineschi. L’esame autoptico servirà a chiarire le cause del decesso di Natascia Pugliese e permetterà agli indagati di nominare un consulente di parte per assistere all’autopsia. L’avvocato Francesco Santangelo, legale della famiglia Pugliese, ha sollecitato una completa chiarezza sui motivi della morte della giovane.

Il reato ipotizzato è omicidio colposo. L’indagine dovrà stabilire se, per colpa dei dipendenti coinvolti, sono state omesse o inadeguate le prestazioni sanitarie dal 16 agosto fino al giorno del decesso. L’attenzione è ora concentrata sull’accertamento delle responsabilità e sul rispetto dei diritti dei familiari della giovane.