In un episodio di violenza che ha scosso l’intera comunità medica, alcuni medici dell’ospedale Policlinico Riuniti di Foggia sono stati aggrediti dai familiari di una giovane paziente deceduta durante un intervento chirurgico. I sanitari, per difendersi dall’assalto, si sono barricati in una stanza, utilizzando scrivanie e cassettiere per bloccare l’accesso, mentre dall’esterno si tentava di sfondare la porta. Questa drammatica aggressione, avvenuta il 4 settembre, è ora sotto indagine da parte della Procura di Foggia, che ha aperto un fascicolo su quanto accaduto.

Il Racconto dei Medici
«Abbiamo temuto per la nostra vita. In quei momenti abbiamo davvero pensato di morire», ha dichiarato uno dei medici vittime dell’attacco. Durante l’aggressione, che ha visto anche minacce di morte nei confronti del personale sanitario, si è creato un clima di terrore che ha lasciato profondi segni psicologici sui professionisti coinvolti. Gli episodi di violenza negli ospedali italiani, e in particolare al Policlinico di Foggia, sono purtroppo sempre più frequenti, e il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza del personale medico.

L’Origine del Conflitto
La vicenda ha avuto origine dalla morte di una ragazza di 23 anni, ricoverata presso il Policlinico Riuniti in seguito a un incidente stradale avvenuto a giugno. Dopo essere stata trasferita in elisoccorso a Foggia, la giovane aveva subito un intervento chirurgico per la ricomposizione di tre vertebre fratturate, rimanendo per 16 giorni in coma in rianimazione. Dopo essersi risvegliata e aver iniziato la riabilitazione, era previsto un secondo intervento alla trachea, necessario per risolvere le conseguenze della tracheotomia subita.

Il 4 settembre, il giorno della morte, la ragazza aveva comunicato ai familiari di essere sottoposta a una visita medica, ma le sue condizioni sono improvvisamente precipitate fino al tragico decesso. La sorella della vittima ha espresso il suo dolore e la sua rabbia sui social media, accusando i medici dell’ospedale di responsabilità nella morte della giovane e descrivendo il lutto come una ferita insanabile.

Indagini e Reazioni
La Procura di Foggia ha aperto due inchieste parallele: una per chiarire le cause del decesso della ragazza e l’altra per indagare sull’aggressione subita dai sanitari. L’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni, sarà cruciale per accertare se ci siano stati errori medici o se la tragica morte sia stata una conseguenza inevitabile delle condizioni cliniche della paziente.

Intanto, in Prefettura, si è tenuto un incontro tra le forze dell’ordine e il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, per discutere di nuove misure a tutela della sicurezza del personale sanitario. Il sottosegretario ha promesso un rafforzamento della presenza dello Stato negli ospedali e ha sottolineato l’importanza di combattere la crescente tendenza ad aggredire medici e infermieri per rivendicare diritti. «Questa deriva culturale, che porta a giustificare la violenza contro chi opera per salvare vite, deve essere fermata. Non è accettabile né tollerabile», ha dichiarato.