Maria Rosaria Boccia, inizialmente conosciuta come “consigliera fantasma”, è diventata rapidamente una star dei social media. La sua notorietà non deriva più soltanto dal suo coinvolgimento nel mondo della moda o dalla gestione delle boutique di famiglia, ma dal suo ruolo in una delle vicende politiche più discusse del momento. Fin dall’inizio del dibattito, Boccia è stata etichettata come influencer ed esperta di moda, grazie alle sue apparizioni a eventi di gala, alla gestione di un negozio di abiti da sposa di famiglia e all’autoproclamazione come presidente dell’associazione Fashion Week Milano Moda, titolo che non è mai stato ufficialmente confermato dalla Camera della Moda.
Nonostante il suo background, Boccia ha visto crescere la sua popolarità in modo esponenziale sui social media, non grazie agli abiti o agli eventi esclusivi, ma piuttosto attraverso un acceso confronto pubblico con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Mentre il ministro ha scelto di rispondere tramite comunicati stampa e dichiarazioni ufficiali, Boccia ha optato per i social media, utilizzando post e storie per comunicare direttamente con il suo crescente pubblico.
I numeri parlano chiaro: dal 28 agosto, quando il suo profilo Instagram contava circa 27.250 follower, Boccia ha quasi raddoppiato il suo seguito, raggiungendo oggi quasi 49.000 follower. Il picco di crescita è avvenuto negli ultimi giorni, coincidenti con l’escalation del dibattito politico. Tra il 2 e il 4 settembre, il suo profilo ha guadagnato oltre 12.000 nuovi follower, con una media impressionante di quasi 6.000 nuovi seguaci al giorno.
Questa crescita fulminea testimonia come la vicenda legata al Ministero della Cultura abbia catalizzato l’attenzione del pubblico, trasformando Boccia in una figura sempre più seguita sui social media. La sua scelta di utilizzare esclusivamente Instagram per raccontare la sua versione dei fatti sembra essere stata una strategia vincente, portandola a diventare una delle figure più discusse del momento, e probabilmente la più “scomoda” per il Governo Meloni.