Pompei merita il G7 della Cultura. Non è solo un’opinione, ma una constatazione basata sull’inestimabile valore storico e culturale di questa città, simbolo non solo dell’Italia, ma di un passato che ci parla di grandezza, tragedia e rinascita. Le recenti vicende personali che coinvolgono il ministro Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia non possono, né devono, distogliere l’attenzione da ciò che Pompei rappresenta: un faro di cultura, un’attrazione mondiale, una testimonianza vivente dell’antichità che arricchisce il presente e l’intero territorio circostante, visto il “patto” stretto con i sindaci dei Comuni limitrofi.
L’impegno del sindaco Carmine Lo Sapio è infatti evidente e tangibile. Pompei è molto più di un sito archeologico: è una perla di accoglienza nei Paesi Vesuviani, un luogo che continua ad attrarre milioni di visitatori, non solo per le rovine che raccontano una civiltà, ma anche per il Santuario mariano, simbolo di devozione e spiritualità. È fondamentale riconoscere il lavoro che questa Amministrazione ha svolto e continua a svolgere per posizionarsi come uno dei più importanti poli turistici e culturali del mondo.
Eppure, è triste assistere a come una vicenda personale rischi di mettere in ombra tutto questo. La liaison tra il ministro e l’imprenditrice Boccia non dovrebbe influenzare l’importante appuntamento culturale previsto a Pompei. La cultura deve essere preservata e promossa al di sopra delle contingenze individuali. È qui che risiede la vera sfida: mantenere intatto l’interesse collettivo della città e del Paese.
Il G7 della Cultura rappresentava per Pompei non solo un’occasione di visibilità internazionale, ma anche un’opportunità per riaffermare il ruolo dell’Italia come custode e promotrice del patrimonio mondiale. Le dichiarazioni del ministro, che minimizzano l’importanza di Pompei nel contesto organizzativo, non fanno altro che alimentare un senso di ingiustizia. Se davvero non esistono rischi per la sicurezza o problematiche legate alla divulgazione di informazioni riservate, allora è difficile comprendere il perché di questa sottrazione ai danni della città. E lo ha detto lo stesso ministro ieri nell’intervista fiume al TG1.
Pompei non può e non deve essere vittima di un gioco di potere o di ripicche personali. Gli sforzi del sindaco e di tutti coloro che lavorano per esaltare la città devono essere sostenuti e valorizzati, non compromessi. Sia il ministro Sangiuliano, sia l’imprenditrice Boccia hanno una responsabilità morale verso la loro terra, una terra che ha donato loro radici e che ora chiede di essere rispettata.
In un momento in cui il mondo guarda all’Italia come culla di cultura, Pompei deve essere al centro della scena. Non c’è posto per dinamiche infantili o personali. Ciò che conta è preservare il ruolo di Pompei come baluardo della nostra storia e come orgoglio del nostro presente.