Nei giorni scorsi, il Vallo di Lauro è tornato teatro di tensioni tra le famiglie camorristiche Cava e Graziano, già tristemente note per la sanguinosa faida che le contrappone da anni. In risposta a queste fibrillazioni, la polizia ha condotto una vasta operazione nella zona, con posti di controllo e perquisizioni domiciliari, che hanno portato all’arresto di Felicia Cava, 41 anni. La donna è trovata in possesso di una pistola calibro 6.35, illegalmente detenuta, con caricatore inserito e colpo in canna.
Felicia Cava non è nuova alle cronache: fu infatti una delle ferite nella drammatica “strage delle donne” avvenuta il 26 maggio 2002 a Lauro, quando tre donne della famiglia Cava persero la vita e altre furono gravemente ferite. Tra le vittime di quel giorno tragico vi erano Michelina Cava, sorella del boss Biagio Cava, Maria Scibelli, cognata del boss, e Clarissa Cava, figlia sedicenne di Michelina.
L’arrestata, in attesa della convalida, è posta agli arresti domiciliari, e nelle prossime ore comparirà davanti al giudice. La Procura di Avellino, che insieme alla polizia ha voluto dare un segnale forte dopo i recenti attriti tra i gruppi camorristici, dovrebbe presto formalizzare la richiesta di convalida della misura cautelare.
Le tensioni tra le famiglie Cava e Graziano affondano le radici nel passato: la faida tra i due clan ha avuto inizio nel 1991, con l’omicidio di tre esponenti della famiglia Graziano. La violenza esplose di nuovo con la strage del 2002, quando le donne della famiglia Cava, forse in risposta a un’offesa ricevuta nei giorni precedenti, si recarono sotto casa dei Graziano durante la festa patronale di Lauro, cercando di attaccare le figlie del boss rivale. Tuttavia, l’attacco si concluse tragicamente per le donne Cava, che finirono inseguite e uccise.
Il conflitto tra le due famiglie ha visto ulteriori sviluppi nel corso degli anni. Solo tre anni fa, i Graziano prepararono un nuovo attentato per eliminare la moglie e il figlio di Biagio Cava, ma grazie a un ritrovamento fortuito durante un’altra indagine, l’operazione finì sventata e diversi membri del clan Graziano finirono in carcere.