Il decreto legislativo approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri ha riacceso il dibattito politico, introducendo una modifica significativa all’articolo 114 del Codice di Procedura Penale. Il nuovo provvedimento vieta la pubblicazione del testo delle ordinanze di custodia cautelare fino al termine delle indagini preliminari o fino alla conclusione dell’udienza preliminare. Questa misura è stata presentata come parte del processo di adeguamento della normativa italiana a quella europea, con l’obiettivo di rafforzare alcuni aspetti della presunzione d’innocenza e del diritto dell’imputato di essere presente al processo.

Il tema ha immediatamente diviso l’opinione pubblica e politica. Da una parte, il parlamentare di Azione, Enrico Costa, ha espresso il proprio favore, sottolineando che il provvedimento dà seguito a un emendamento da lui proposto nella legge di delegazione europea. Dall’altra, critiche sono giunte da diversi esponenti dell’opposizione e da rappresentanti del mondo del giornalismo.

Il Partito Democratico, attraverso il senatore Filippo Sensi, ha accusato il governo di voler imporre un “bavaglio” ai giornalisti, limitando così la libertà di stampa. Sensi ha sottolineato l’importanza di difendere sempre il diritto all’informazione. Simili preoccupazioni sono sollevate da Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), che ha denunciato il provvedimento come un favore ai “potenti” e ai “colletti bianchi” coinvolti in indagini, i quali trarrebbero beneficio dalla mancanza di visibilità mediatica sui propri casi giudiziari.

Anche Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha rincarato le critiche, sostenendo che la norma non garantisce maggiori tutele legali, ma mira solo a creare silenzio mediatico intorno ai potenti indagati.

Questo provvedimento solleva, dunque, una questione complessa sul bilanciamento tra diritto alla privacy degli indagati e libertà di stampa, aprendo un dibattito che coinvolge la tutela della presunzione di innocenza e il diritto dei cittadini a essere informati sugli sviluppi dei procedimenti giudiziari, soprattutto nei casi di rilevanza pubblica.