L’INPS ha intensificato i controlli sui beneficiari dell’Assegno di Inclusione (Adi), una misura di sostegno economico introdotta per aiutare le famiglie italiane in difficoltà. A partire dal 27 settembre, l’ente previdenziale ha avviato la procedura di pagamento mensile dell’Assegno, ma sta anche verificando che i requisiti per ottenere il sussidio siano ancora soddisfatti. Questo processo coinvolge circa 737mila famiglie per un totale di oltre 1 milione e 757mila persone.
Verifiche INPS: cosa c’è da sapere
Le verifiche effettuate dall’INPS non sono soltanto un atto burocratico, ma rappresentano un controllo fondamentale per garantire che i destinatari dell’Assegno di Inclusione soddisfino costantemente le condizioni previste per il suo mantenimento. L’ente previdenziale incrocia i dati in suo possesso con le informazioni fornite dai patronati e dai cittadini stessi, valutando se i nuclei familiari abbiano mantenuto i requisiti economici e personali per continuare a ricevere il sostegno.
Quando sono eseguiti i controlli?
I controlli sono iniziati già dal 23 settembre, con l’obiettivo di esaminare la situazione di ogni beneficiario prima di procedere all’erogazione del 27 settembre. Le verifiche si concentrano principalmente sulle condizioni economiche delle famiglie e su eventuali variazioni di reddito che potrebbero comportare la perdita del diritto all’assegno.
Per chi riceve l’Assegno di Inclusione per la prima volta, invece, il pagamento viene effettuato il 15 del mese in cui si ottiene il diritto al sussidio.
Come vengono effettuate le verifiche?
Le verifiche dell’INPS si basano su un sistema di controllo incrociato dei dati. Le informazioni contenute nelle dichiarazioni dei beneficiari vengono comparate con quelle disponibili presso altri enti pubblici e privati. Questo metodo permette all’INPS di individuare eventuali irregolarità o cambiamenti nella situazione patrimoniale o reddituale che potrebbero influire sull’erogazione del sostegno.
Cosa succede in caso di perdita dei requisiti?
Se dalle verifiche emerge che un beneficiario non rispetta più i requisiti richiesti, l’INPS provvede a revocare l’assegno. Questo significa che molte famiglie rischiano di vedersi sospendere o interrompere il pagamento, soprattutto in un periodo delicato come quello delle scadenze fiscali di fine anno. Tale situazione genera preoccupazione tra coloro che temono di perdere il sussidio in un momento di particolare vulnerabilità economica.
Tempistiche di pagamento dell’Assegno di Inclusione
L’Assegno di Inclusione è erogato il 27 di ogni mese sulla Carta di Inclusione, lo stesso giorno in cui, in precedenza, era pagato il Reddito di Cittadinanza. Per chi ottiene il beneficio per la prima volta, come già accennato, il pagamento avviene il 15 del mese. Le lavorazioni per il pagamento di settembre sono programmate nei giorni del 25 e 26 settembre, per garantire che l’erogazione avvenga puntualmente.
L’intensificazione delle verifiche da parte dell’INPS è parte di un processo volto a garantire che l’Assegno di Inclusione sia erogato solo a chi ne ha realmente bisogno, in linea con quanto stabilito dal Decreto Legge del 2023. Tuttavia, questo provoca una crescente preoccupazione tra le famiglie beneficiarie, che temono di perdere il sostegno economico a causa delle rigorose verifiche in atto. È importante che i cittadini si mantengano aggiornati sui requisiti e comunichino tempestivamente eventuali variazioni della propria situazione economica per evitare brutte sorprese.