Un vero e proprio pasticcio è esploso nelle ultime settimane riguardo alla somministrazione gratuita di un innovativo anticorpo monoclonale, il Nirsevimab, utilizzato per prevenire la bronchiolite causata dal virus respiratorio sinciziale nei neonati e nei bambini. Lo stop iniziale alla distribuzione gratuita del farmaco ha sollevato un’ondata di polemiche, soprattutto nelle Regioni del Sud in piano di rientro.

La Denuncia: Bambini del Sud Penalizzati
La questione è stata portata alla luce da Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia, che ha denunciato una decisione difficile da credere. Amati ha rivelato che il Nirsevimab, disponibile gratuitamente nelle altre Regioni italiane, non poteva essere somministrato senza oneri ai neonati e bambini di Puglia, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia. Questa decisione ha immediatamente fatto esplodere il caso, poiché rappresentava un’evidente disparità di trattamento tra Nord e Sud.

La Retromarcia del Ministero della Salute
Di fronte al crescente malcontento e alle pressioni pubbliche, il Ministero della Salute è rapidamente intervenuto, avviando contatti con l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) per garantire che l’anticorpo monoclonale fosse reso disponibile in tutte le Regioni italiane, a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Il farmaco, infatti, è cruciale per prevenire forme gravi di bronchiolite nei bambini, che possono portare a complicazioni pericolose.

Il Problema dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)
Il nodo della questione risiede nel fatto che il Nirsevimab non è incluso nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ossia l’elenco delle prestazioni e dei farmaci che devono essere garantiti gratuitamente a tutti i cittadini. Per le Regioni in piano di rientro, come molte del Sud, l’erogazione di farmaci non inclusi nei LEA è particolarmente complessa, poiché soggetta a restrizioni finanziarie. Questa normativa ha creato difficoltà per l’erogazione del farmaco, portando alla disparità di trattamento iniziale.

Le Polemiche Politiche
Nonostante la marcia indietro del Ministero, le polemiche non si sono placate. Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, ha accusato la vicenda di rappresentare un’anticipazione del funzionamento dell’autonomia differenziata, sottolineando come questo modello possa aggravare le disuguaglianze territoriali. Valeria Valente, senatrice del Partito Democratico, ha descritto l’esclusione delle Regioni del Sud come una “punizione inaccettabile” per i più deboli, creando una divisione tra “cittadini di serie A e di serie B”. Anche Giuseppe Sommese, di Azione, ha definito la situazione “vergognosa e anticostituzionale”, evidenziando come colpire i bambini del Sud significhi compromettere il futuro del Paese.