Un eccezionale ritrovamento ha scosso il mondo della biologia marina e degli appassionati di natura: un esemplare di “tritone di mare”, una specie rarissima di mollusco gasteropode appartenente alla famiglia Charonildae, è avvistato pochi giorni fa nelle acque della Gaiola, nel Golfo di Napoli. Questo straordinario esemplare, che ha superato i 30 cm di lunghezza, è stato scoperto dall’équipe di biologi marini dell’Area Marina Protetta (AMP) durante un’attività di ricerca scientifica e monitoraggio a circa venti metri di profondità, in una zona speciale di conservazione (ZSC).

Un Tesoro di Biodiversità nel Mare Nostrum
Il Golfo di Napoli, e in particolare l’area della Gaiola, è conosciuto come un vero e proprio hotspot di biodiversità, unico nel Mediterraneo. La presenza di questo esemplare di Charonia Lampas nella zona rappresenta un importante indicatore della salute ecologica del mare partenopeo. Questo mollusco, infatti, è estremamente sensibile all’inquinamento marino e alla pesca indiscriminata, due fattori che hanno drasticamente ridotto la sua popolazione in tutto il Mediterraneo.

La Minaccia del Raddoppio degli Scarichi Fognari
Nonostante questa positiva scoperta, l’area marina protetta della Gaiola è sotto la minaccia di un progetto di raddoppio degli scarichi fognari. Il piano, parte del Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana (Praru) per il rilancio di Bagnoli, prevede di convogliare gli scarichi fognari dei quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Pianura proprio in questa zona. Questo ha sollevato preoccupazioni tra gli esperti e i difensori dell’ambiente, che temono che un progetto di tale portata possa danneggiare irreparabilmente l’ecosistema marino.

Un Appello per la Conservazione
Le istituzioni e la Direzione dell’AMP Gaiola hanno lanciato un appello urgente per rivedere il progetto, evidenziando l’importanza di preservare questo “paradiso biologico e culturale”. La scoperta di un organismo così raro come il tritone di mare dovrebbe rafforzare la necessità di proteggere queste aree fragili, evitando interventi che potrebbero comprometterne l’integrità.