Nella notte, dopo una seduta fiume delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, è stata approvata una serie di emendamenti al Ddl Sicurezza, tra cui una misura controversa che equipara la cannabis light a quella con THC, la sostanza psicoattiva presente nella cannabis tradizionale. Questo emendamento ha suscitato forti reazioni da parte dell’opposizione e del settore della cannabis light, che vedeva nella normativa precedente un’opportunità per una filiera produttiva italiana legale e regolamentata.

Le nuove misure
La decisione arriva dopo un lungo dibattito notturno, durante il quale le commissioni hanno esaminato una vasta serie di emendamenti. Nonostante i tempi contingentati e le continue discussioni, la maggioranza ha portato avanti la stretta normativa, rifiutando anche proposte come quella della Lega di vietare l’uso dell’immagine della pianta di canapa per fini pubblicitari.

Reazioni e proteste
L’approvazione dell’emendamento ha suscitato immediate proteste. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha duramente criticato la misura, definendola un “duro colpo al settore” che impiega circa 11.000 persone e ha un fatturato di oltre 500 milioni di euro all’anno. Magi ha denunciato la scelta del governo Meloni come un atto dettato da una “furia ideologica” piuttosto che da considerazioni pratiche e ha lamentato la perdita di una filiera produttiva che, oltre a non comportare rischi sanitari, poteva rappresentare un settore innovativo e in crescita nel panorama italiano.

Anche i deputati del Movimento 5 Stelle, Valentina D’Orso e Alfonso Colucci, hanno espresso il loro dissenso, accusando la maggioranza di silenziare le opposizioni con decisioni prese “con il favore delle tenebre”. Hanno criticato l’atteggiamento della coalizione governativa, composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, per aver approvato norme repressive e liberticide senza un reale dibattito democratico.

Il Partito Democratico, attraverso il deputato Stefano Vaccari, ha condannato la scelta come un grave errore, evidenziando che la cannabis light non è comparabile alla cannabis tradizionale in termini di effetti e uso. Vaccari ha sottolineato come questa decisione possa danneggiare gravemente un settore che offre opportunità lavorative, in particolare ai giovani, e che contribuisce in maniera significativa all’economia, con applicazioni che spaziano dalla cosmesi all’erboristeria, dagli integratori alimentari al florovivaismo.

Il contesto e le prospettive
L’emendamento è approvato in un contesto di discussione accelerata e tesa, con la maggioranza che ha spinto per un rapido passaggio delle nuove norme. La seduta, iniziata nella serata di ieri, è proseguita senza sosta fino alla mattinata odierna, con l’obiettivo di portare il provvedimento in Aula per la votazione finale prevista alle 9.

Questa decisione rappresenta un importante cambio di rotta nella regolamentazione della cannabis in Italia e segna un passo indietro rispetto alle precedenti aperture verso la cannabis light, che era fino ad ora considerata legale per il suo basso contenuto di THC. Le conseguenze di questa normativa si rifletteranno non solo sul settore economico, ma anche su un dibattito più ampio riguardo alla regolamentazione delle sostanze e alle politiche di sicurezza del Paese.