Lo scorso 6 aprile, presso l’ospedale Civico di Palermo, la vita del piccolo Cristian, un bambino di sette anni, si è tragicamente spenta dopo un intervento chirurgico al cuore. I genitori, Gabriella Zora e Pietro Trapani, hanno deciso di raccontare il loro calvario in una lettera inviata al quotidiano “la Repubblica”, sollevando preoccupanti interrogativi sulla qualità dell’assistenza sanitaria ricevuta e l’umanità del personale ospedaliero.
Odissea Sanitaria
La storia di Cristian inizia con un intervento programmato presso il reparto di Cardiochirurgia pediatrica, gestito in collaborazione con il policlinico San Donato di Milano. Tuttavia, quello che doveva essere un’operazione di routine si è trasformato in un incubo lungo cinque mesi. I genitori denunciano che il loro bambino, inizialmente in buone condizioni generali, è sottoposto a tre interventi, quattro cateterismi e numerosi drenaggi, culminati in una sofferenza prolungata che ha portato alla sua morte.
L’accordo tra l’ospedale Civico e il San Donato prevede la presenza di cardiochirurghi pediatrici milanesi due volte al mese, per operare i piccoli pazienti siciliani, con il supporto di giovani cardiochirurghi locali. Nonostante ciò, i genitori affermano di non aver mai incontrato né parlato con alcun membro dell’equipe del San Donato, rimanendo completamente all’oscuro di chi abbia effettivamente operato il loro figlio.
La Denuncia dei Genitori
Gabriella e Pietro descrivono un ambiente sanitario negligente e disinteressato. Raccontano come, al momento della morte di Cristian, non ci fosse un medico di guardia presente, ma solo un infermiere. In un momento di estremo dolore, l’unica persona che ha offerto loro un conforto è stata una donna delle pulizie che piangeva con loro. In assenza di assistenza medica, i genitori hanno dovuto affrontare l’ulteriore trauma di dover ricomporre e vestire il corpo del loro bambino, che altrimenti sarebbe messo nudo in un sacco per il trasferimento in camera mortuaria.
L’accusa di malasanità è resa ancora più grave dal confronto con l’esperienza precedente avuta a Taormina, dove Cristian era stato operato a sette mesi. In quell’occasione, i genitori avevano riscontrato un’attenzione e una cura ben diverse, sia per il bambino che per loro stessi, evidenziando una disparità di trattamento che solleva seri dubbi sull’efficacia e l’umanità del sistema sanitario coinvolto.
La Ricerca di Giustizia
Di fronte a questa tragedia, i genitori di Cristian stanno valutando la possibilità di presentare un esposto in procura, mentre l’ospedale Civico ha avviato un’inchiesta interna. L’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, ha inoltre inviato degli ispettori per fare chiarezza sulla vicenda.