Non arrivano buone notizie dall’INPS per alcuni lavoratori prossimi alle pensioni che avranno un’amara sorpresa. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha implementato le novità previste dalla legge n. 2013 del 2023, contenute nella legge di Bilancio 2024 approvata dal Governo Meloni. Tra le misure adottate, è stato convalidato il taglio dell’assegno pensionistico per specifiche categorie di lavoratori dipendenti.

Chi Sarà Interessato dai Tagli

La circolare n. 78 del 2024 dell’INPS chiarisce le nuove linee guida e specifica a sorpresa quali lavoratori subiranno queste riduzioni sulla pensione. I tagli riguarderanno i dipendenti degli enti locali e del settore sanitario che matureranno il diritto alla pensione nel 2024. In particolare, saranno penalizzati coloro che hanno un’anzianità contributiva inferiore ai 15 anni al 31 dicembre 1995. Per questi lavoratori, l’aliquota contributiva sarà ridotta fino a un massimo del 20%.

Le categorie coinvolte includono i lavoratori iscritti presso la CPDEL (Cassa per i Dipendenti degli Enti Locali), CPI (Cassa Pensioni degli Insegnanti), CPS (Cassa Pensioni per il Personale Sanitario) e CPUG (Cassa Pensioni per gli Ufficiali Giudiziari).

Tuttavia, coloro che raggiungono la pensione per limite di età o per collocamento d’ufficio, secondo le condizioni stabilite dagli ordinamenti di appartenenza, non saranno interessati da questi cambiamenti.

Ulteriori Specifiche e Prospettive Future

Dal 2025, per i lavoratori del settore pubblico soggetti a sorpresa ai nuovi tagli, sarà incrementata la finestra mobile, cioè il periodo necessario per passare dalla maturazione del diritto alla pensione alla sua effettiva liquidazione dall’Inps. Queste misure prevedono regole più rigide sia per l’accesso alla pensione che per il calcolo dell’assegno.

Una variazione significativa riguarda il personale sanitario iscritto alla CPDEL. In questo caso, la riduzione dell’assegno pensionistico sarà di 1/36 per ogni mese in cui si posticipa il pensionamento. Ritardare il pensionamento di tre anni permetterebbe di evitare completamente il taglio. Un semplice calcolo evidenzia come posticipando il pensionamento di 36 mesi si può annullare la riduzione dell’assegno.

Le nuove misure introdotte dall’INPS e dal Governo Meloni rappresentano un cambiamento significativo per molti lavoratori del settore pubblico, che dovranno affrontare tagli ai loro assegni pensionistici a meno che non ritardino il pensionamento. Questa situazione pone ulteriori pressioni su chi si trova già in difficoltà economiche e richiede una riflessione attenta da parte delle autorità competenti per garantire un sistema pensionistico equo e sostenibile.