Un altro episodio di violenza si aggiunge al già preoccupante bilancio delle aggressioni nei confronti del personale sanitario dell’Asl Napoli 1. L’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” (NtI) ha riportato su Facebook l’aggressione numero 29 del 2024 avvenuta ieri mattina nella sezione “Firenze” del penitenziario di Poggioreale. Questo evento porta il totale delle aggressioni tra Napoli 1 e Napoli 2 a 43 dall’inizio dell’anno.
La Dinamica dell’Aggressione
L’incidente è avvenuto intorno alle 9:00, mentre un’infermiera poco più che 25enne stava somministrando terapie ai detenuti in “socialità”, ovvero coloro che passeggiano liberamente nel padiglione con le celle aperte. Senza alcun motivo apparente, un detenuto di origini nigeriane ha prima intimato alla giovane di andarsene, per poi passare dalle parole ai fatti, sferrando un ceffone in pieno volto alla donna. L’infermiera ha successivamente ricevuto assistenza medica e una refertazione per l’aggressione subita.
La Presenza della Polizia Penitenziaria
Al momento dell’aggressione, era presente un agente di polizia penitenziaria, il che solleva interrogativi sulla sicurezza e le misure di protezione per il personale sanitario all’interno del carcere. La presenza dell’agente non ha impedito l’atto di violenza, evidenziando la necessità di una revisione delle procedure di sicurezza e di supporto per il personale in situazioni critiche.
La Reazione di “Nessuno tocchi Ippocrate”
L’associazione NtI ha espresso il proprio sdegno per l’ennesima aggressione subita da un professionista sanitario, sottolineando la frequenza con cui le donne nel settore sanitario subiscono violenza. “Si parla tanto di violenza sulle donne – osserva l’associazione – trascurando spesso quella che le professioniste della sanità subiscono quotidianamente”. NtI ha anche evidenziato il silenzio della direzione sanitaria del carcere e la mancanza di riconoscimento della “zona disagiata lavorativa” per questi professionisti.
La Situazione delle Aggressioni
Le continue aggressioni segnalate dall’Asl Napoli 1 e Napoli 2 dimostrano un trend allarmante che richiede interventi urgenti. Le misure di sicurezza attuali sembrano insufficienti per proteggere il personale sanitario che lavora in ambienti ad alto rischio come i penitenziari.
Conclusioni e Richieste
L’associazione NtI ha concluso il suo intervento con una critica severa alla gestione della sicurezza nei confronti del personale sanitario, chiedendo azioni concrete per prevenire ulteriori aggressioni. “Come sempre – chiosa NtI – aspettiamo che ci scappi il morto, tanto loro sono già dietro le sbarre”. Questo episodio sottolinea la necessità di un’attenzione immediata e di misure preventive per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti dei lavoratori sanitari nei contesti più difficili.