Nuovo capitolo di illegalità in carcere. Un detenuto di Torre del Greco manteneva contatti con la sua famiglia, incluso sua figlia di tre anni, tramite un profilo Instagram gestito da un cellulare clandestinamente fornito da un agente della penitenziaria compiacente. L’indagine dei carabinieri ha portato a nove arresti, tra cui anche il padre della bambina, appartenente alla famiglia camorristica De Martino, e i suoi genitori. Secondo quanto rivelato dagli investigatori, la famiglia malavitosa inviava un messaggio criptico (“appena puoi chiama”) al congiunto detenuto, che poi agiva prontamente. Il cellulare gli veniva consegnato dall’agente corrotto, principalmente durante il fine settimana quando il poliziotto era in servizio. Questo consentiva al detenuto di effettuare chiamate e mantenere attivo il profilo Instagram per comunicare con la sua famiglia.

Le indagini hanno svelato un sistema sofisticato di traffico di telefoni cellulari all’interno del carcere, sfruttato per bypassare le restrizioni sulle comunicazioni e mantenere legami fuori dalle mura. Tale pratica è considerata estremamente pericolosa, non solo per il rischio di gestire attività criminali da dentro il carcere, ma anche per il potenziale di influenzare indirettamente la sicurezza pubblica e la gestione penitenziaria.

Le autorità hanno commentato che questo caso evidenzia la necessità di rafforzare i controlli e le misure di sicurezza all’interno delle istituzioni carcerarie, per impedire che comportamenti illegali possano proliferare e mettere a repentaglio la stabilità e la legalità.

L’arresto dei nove indagati, tra cui anche l’agente penitenziario complice, rappresenta un passo importante verso il ripristino della legalità e della sicurezza nel contesto carcerario di Torre del Greco. L’inchiesta continua per individuare ulteriori complici e stabilire la portata completa delle attività illecite connesse a questo caso.