“Tu non vuoi capire che non puoi fare niente, sono una donna e la legge protegge me…”. Condanna confermata anche in appello per una 45enne residente nel Napoletano che il 7 marzo 2023 finì condannata a due anni di reclusione (pena sospesa) per atti persecutori, lesioni personali e per avere impedito al marito dal quale è separata di vedere i figli. La sentenza di secondo grado è emessa dalla IV sezione penale della Corte di Appello di Napoli (presidente Luisa Toscano) lo scorso 19 giugno. Oltre alle aggressioni, alle denigrazioni alla presenza dei figli, la donna è arrivata anche a danneggiare l’auto dell’uomo che era anche pedinato dalla moglie e anche da alcune persone che lei incaricava, per sapere sempre dove si trovasse.

La donna contestava all’uomo di avere versato solo parzialmente l’assegno di mantenimento, peraltro ammesso dalla vittima ma, è sottolineato dai giudici, la circostanza “non può costituire una ragione sufficiente a giustificare la ritorsione della donna di non fargli vedere i figli”. Sono tantissimi gli episodi di aggressioni, ingiurie e offese, anche in presenza dei figli in lacrime, raccontati dall’uomo che hanno determinato uno stato d’ansia e un cambio delle sue abitudini di vita. Episodi che hanno spinto i giudici a confermare “l’affermazione di responsabilità dell’imputata per tutti i reati a lei ascritti”.