La Corte d’Assise di Milano, presieduta da Antonella Bertoja, ha deciso che Alessandro Impagnatiello, a processo per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano incinta al settimo mese, sarà sottoposto a una perizia psichiatrica. Questa decisione è stata presa al termine dell’udienza di ieri, dopo la testimonianza dei consulenti della difesa e quelli di parte civile.
La Scelta della Corte
La decisione della Corte è presa quasi improvvisamente, pochi secondi prima di concludere l’udienza. Questa udienza ha avuto inizio con l’interrogatorio dell’imputato e si è conclusa con le testimonianze dei consulenti della famiglia della vittima, gli psichiatri Diana Galletta e Salvatore De Feo. Essi hanno affermato che non vi è traccia di disturbo nella personalità dell’ex barman. Nessuno dei consulenti, sia della difesa che di parte civile, ha esaminato il tema della capacità di intendere e volere al momento dei fatti, aspetto che sarà oggetto della perizia psichiatrica.
Il Ritratto di Impagnatiello
Secondo Raniero Rossetti, psichiatra e consulente della difesa di Alessandro Impagnatiello, quest’ultimo è un “paranoico lucido” capace di mettere in atto “un lucido piano criminoso che comprendeva anche una difesa post omicidio”. Rossetti dipinge un ritratto di Impagnatiello come un individuo con evidenti “tratti patologici e narcisistici”, che usava bugie e menzogne per “tenere sotto controllo tutti i pezzi della scacchiera con un atteggiamento ossessivo”.
Reazioni alla Rivelazione della Verità
Quando la compagna e un’altra donna hanno scoperto la verità, secondo Rossetti, hanno causato “uno psico trauma, una ferita narcisistica” in chi è “innamorato di se stesso, di Giulia e di una collega conquistata”.
Considerazioni Psichiatriche
Le considerazioni della psichiatra Diana Galletta suonano quasi “stonate”: secondo lei, “c’è una tendenza a psichiatrizzare i comportamenti, soprattutto quando un delitto è efferato”. Galletta ha inoltre affermato che “tra le esperienze umane non patologiche vi sono anche le reazioni legate alle emozioni, alle passioni, alla vendetta, all’invidia che non hanno nulla a che vedere con la salute mentale. È la banalità del male”.