Gaetana Sorrentino, moglie di Maurizio Cerrato, il dipendente della Soprintendenza archeologica di Pompei tragicamente ucciso il 19 aprile 2021 mentre difendeva la figlia da pretese di parcheggio, ha invocato la pena dell’ergastolo per i quattro uomini accusati dell’omicidio. La donna non riesce a darsi pace per la sentenza di primo grado che ha condannato gli imputati a 23 anni di reclusione, e ha espresso la sua determinazione a lottare per ottenere giustizia.

Durante l’udienza in Corte d’Assise d’Appello, Gaetana Sorrentino ha dichiarato di essere indignata dalla richiesta di assoluzione avanzata dagli avvocati della difesa, definendola inaccettabile. Ha sottolineato che suo marito non avrebbe mai potuto infliggersi da solo la ferita mortale, e ha ribadito la sua richiesta di giustizia per lui e per la sua famiglia.

Anche la figlia Maria Adriana, testimone dell’omicidio del padre, ha espresso la sua amarezza e la sua determinazione a ottenere giustizia. Nonostante il dolore e il trauma subito, Maria Adriana ha dichiarato che continuerà il suo percorso di vita e non permetterà a nessuno di spezzare il suo spirito.

Il legale della famiglia Cerrato, Giovanni Verdoliva, ha sottolineato che l’unico verdetto accettabile è l’ergastolo, considerando l’omicidio di Maurizio Cerrato come un atto di violenza brutale e premeditata. Ha evidenziato il ruolo di Giorgio Scaramella come presunto mandante dell’omicidio, mentre gli altri tre imputati sarebbero stati gli esecutori materiali dell’aggressione.

Alla fine dell’udienza, il giudice ha fissato le prossime tappe del processo, con la sentenza attesa entro luglio.