Una petizione popolare, primo firmatario l’avvocato Corrado Di Maso, è stata indirizzata al sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, al Sindaco della Città Metropolitana di Napoli, Gaetano Manfredi, e al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri. La raccolta firme mira a ottenere provvedimenti immediati relativi all’attività di cremazione di animali presso lo stabilimento sito in Via Carceri Vecchie a San Giorgio a Cremano.

Le Preoccupazioni dei Residenti
I firmatari, residenti nei comuni di San Giorgio a Cremano e Napoli, vivono nelle immediate vicinanze dello stabilimento e sono allarmati dalla concessione dell’Autorizzazione Unica Ambientale n. 01, rilasciata l’8 febbraio 2024 dal Comune di San Giorgio a Cremano alla ditta “L’Arcobaleno di Fido S.r.l.” per l’attività di cremazione di animali. Questa autorizzazione si basa su una richiesta avanzata dalla ditta il 2 maggio 2022.

I sottoscrittori denunciano che il sito si trova a pochi metri da civili abitazioni, in un’area densamente popolata. La preoccupazione principale riguarda l’insalubrità dell’industria di cremazione, classificata come insalubre di prima classe, che rappresenta un rischio significativo per la salute pubblica e per l’ambiente circostante.

Fondamenti Legali della Petizione
L’avvocato Di Maso, rappresentante legale del Comitato dei residenti, ha sottolineato le seguenti basi legali per la petizione:

Artt. 216 e 217 del T.U. delle leggi sanitarie (27 luglio 1934, n. 1265): Questi articoli conferiscono al sindaco il potere di intervenire in materia di insalubrità delle industrie.
Art. 338 del medesimo T.U.: Prescrive una distanza minima di 200 metri dalle abitazioni per tali attività.
Art. 32 della Costituzione: Sancisce il diritto alla salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
Richieste della Petizione
I firmatari chiedono fermamente al sindaco Zinno di intervenire in autotutela, annullando l’autorizzazione per l’attività di cremazione presso lo stabilimento in questione. La petizione sottolinea la necessità di rispettare e tutelare il diritto alla salute della popolazione residente e di evitare l’aggravamento delle condizioni ambientali in una zona già segnata da un alto rischio industriale.