La stazione ferroviaria di Lambrate, a Milano, è stata il teatro di un violento attacco che ha scosso la comunità locale e sollevato interrogativi cruciali sulla sicurezza pubblica e sul sistema giudiziario italiano. Hasan Hamis, un cittadino marocchino con un passato criminale, ha scatenato il caos ubriaco e in preda all’agitazione, lanciando pietre contro i treni e le persone sui binari. L’episodio ha avuto conseguenze gravi e dolorose: una donna di 55 anni è colpita alla testa e trasportata in ospedale in condizioni non critiche, mentre il viceispettore della polizia di Stato, Christian Di Martino, originario di Ischia, è stato ferito gravemente con tre fendenti alla schiena. Di Martino è sottoposto a un’operazione d’urgenza presso l’ospedale Niguarda, e sebbene le sue condizioni siano gravi, sono considerate stabili.

Il comportamento violento di Hasan Hamis, ulteriormente complicato dal suo stato di ubriachezza e agitazione, ha evidenziato lacune significative nel sistema di prevenzione e controllo della criminalità. Nonostante i suoi molteplici alias e i numerosi precedenti penali, tra cui reati contro le persone e il patrimonio, resistenza a pubblico ufficiale e possesso di sostanze stupefacenti, Hamis è rimasto in Italia in maniera irregolare nonostante due provvedimenti di espulsione emessi in passato.

Questo episodio mette in luce la necessità di un’azione più decisa e coordinata per affrontare il problema della sicurezza pubblica, specialmente nelle aree ad alto rischio come le stazioni ferroviarie. La solidarietà espressa dalle autorità e dalle figure istituzionali è importante, ma è altrettanto cruciale adottare misure concrete per prevenire incidenti simili in futuro.

Rafforzare la presenza di forze dell’ordine e implementare strategie di prevenzione del crimine sono passi essenziali per garantire la sicurezza dei cittadini e prevenire atti di violenza come quello verificatosi a Lambrate. Inoltre, è fondamentale rivedere e migliorare il sistema di controllo delle persone con precedenti penali, garantendo che coloro che rappresentano una minaccia per la sicurezza pubblica siano identificati e trattati con la dovuta severità della legge.