Il 30 aprile, il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legge “coesione”, un provvedimento mirato a rafforzare l’occupazione nelle regioni meridionali dell’Italia e che tra l’altro precede il Bonus da 650 euro. Tra le varie misure contenute nel decreto, c’è appunto un bonus che offre sgravi contributivi ai datori di lavoro privati che assumono giovani con contratti di lavoro stabili. Secondo quanto stabilito dal decreto, il bonus si applica alle assunzioni di personale non dirigenziale con contratto a tempo indeterminato effettuate dal 1 settembre 2024 al 31 dicembre 2025. Inoltre, il bonus è esteso anche alle trasformazioni di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.
L’esonero contributivo si applica esclusivamente ai datori di lavoro che non hanno effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o licenziamenti collettivi nella stessa unità produttiva nei sei mesi precedenti l’assunzione, qui scatta il Bonus da 650 euro. L’esonero consente al datore di lavoro di beneficiare di un’esenzione totale dai contributi previdenziali e assistenziali per un massimo di 24 mesi, ad eccezione dei premi e contributi dovuti all’INAIL.
Per quanto riguarda l’impatto sul lavoratore, l’esonero contributivo si traduce in una riduzione dei contributi a carico del datore di lavoro senza alcuna penalizzazione in termini di diritti o misure pensionistiche per il dipendente. È importante notare che il bonus è destinato ai giovani di età inferiore ai 35 anni al momento dell’assunzione o a coloro che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato.
Tuttavia, vi sono alcune restrizioni riguardo all’applicabilità del bonus. Ad esempio, non si applica ai rapporti di lavoro domestico o agli apprendistati. Inoltre, l’importo massimo mensile dei contributi non dovuti non può superare i 500 euro per lavoratore, sebbene per le regioni del Sud Italia, come Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, il limite massimo sia di 650 euro al mese per lavoratore.
Inoltre, il bonus non è cumulabile con altri sgravi o riduzioni contributive e può essere revocato se il datore di lavoro procede con licenziamenti per giustificato motivo oggettivo nei sei mesi successivi all’assunzione incentivata.