Il Ruggi d’Aragona, azienda ospedaliera universitaria di Salerno, si trova nuovamente al centro di polemiche e scandali. Questa volta, la questione riguarda la misteriosa sparizione di 40 sacche di sangue dal reparto di ematologia, un fatto che ha sollevato preoccupazione e indignazione tra gli utenti e i rappresentanti politici locali. Il vice presidente di Noi Moderati alla Camera dei deputati, l’onorevole Pino Bicchielli, ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute Orazio Schillaci, evidenziando la gravità della situazione. Bicchielli ha sottolineato che la scomparsa delle sacche di sangue è solo l’ultimo di una serie di misteri che hanno colpito l’ospedale, danneggiando i pazienti e costringendoli sempre più spesso a ricorrere alla sanità pubblica con costi eccessivi.

Il deputato ha espresso stupore per il silenzio del direttore generale Vincenzo D’Amato e ha manifestato solidarietà nei confronti del medico che ha denunciato l’accaduto, così come agli infermieri e agli operatori sanitari che lavorano in condizioni difficili.

Nel frattempo, un’altra vicenda drammatica coinvolge il Ruggi d’Aragona: cinque medici dell’ospedale sono indagati per la morte di un neonato avvenuta durante il parto tra il 24 e il 25 agosto. La Procura di Salerno ha chiuso l’inchiesta ipotizzando l’omicidio colposo. Secondo i risultati dell’autopsia, il feto è deceduto a causa di anossia fetale ed emorragia subdurale e subaracnoidea, provocate “intra partum”.

La famiglia del neonato, residente a Scafati, ha presentato denuncia, sottolineando che la donna, giunta in ospedale alla 26ª settimana di gravidanza con una diagnosi di minaccia di parto prematuro, aveva richiesto un cesareo a causa delle precedenti gravidanze critiche, ma i medici hanno optato per un parto naturale, che si è concluso tragicamente.

Questi ultimi eventi hanno scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla gestione e la sicurezza dei pazienti presso l’azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona, richiamando l’attenzione sulle misure necessarie per garantire la qualità e l’affidabilità dei servizi sanitari offerti.