L’inizio di aprile segna spesso il momento in cui giovani e giovani adulti, desiderosi di affrontare con sicurezza la stagione estiva e il tanto atteso momento del “primo bagno” o della “prima tintarella”, si dirigono verso le spiagge per godersi una giornata di relax e divertimento; tuttavia, questa esperienza spensierata non è condivisa da alcune ragazze che si sono trovate di fronte a un’esperienza discriminatoria presso un noto lido di Varcaturo, come denunciato dal consigliere regionale Pasquale Di Fenza che ha raccontato come l’accesso alla spiaggia sia negato al gruppetto perché indossavano delle semplice tute tigrate.
Secondo quanto riportato da Di Fenza, alcune ragazze hanno rivelato attraverso un video su TikTok di essere state negate l’accesso alla struttura nonostante avessero prenotato un tavolo, a causa dell’abbigliamento ritenuto inappropriato dal “selector”. Questo episodio, se confermato, rappresenta una grave forma di discriminazione basata sull’abbigliamento, completamente inaccettabile in una società democratica e inclusiva.
Non è la prima volta che si verificano casi simili presso i lidi di Varcaturo o Castelvolturno, secondo quanto evidenziato dal consigliere Di Fenza. Queste azioni discriminatorie non solo sono contrarie ai principi fondamentali di uguaglianza e libertà individuale, ma violano anche le normative del Testo Unico sulla Pubblica Sicurezza.
Di Fenza ha chiesto l’intervento della polizia di Stato e del Comune di Giugliano per vigilare su queste strutture e garantire il rispetto delle norme di legge, sottolineando che la pratica di “scartare” giovani ragazzi in base all’aspetto fisico o all’abbigliamento deve essere fermata. In Italia, la libertà di espressione e di comportamento dovrebbe essere garantita a tutti senza discriminazioni, e non dovrebbe esserci spazio per una presunta “polizia morale”.
La querelle solleva anche interrogativi su alcuni lidi che intendono “tutelare” le famiglie. Mentre è comprensibile il desiderio di creare un ambiente sicuro e familiare, questo non dovrebbe avvenire a spese della libertà individuale e dell’inclusione. Sarebbe auspicabile che i gestori dei lidi adottassero politiche più inclusive e rispettose dei diritti fondamentali di tutti i loro clienti, promuovendo un ambiente accogliente per tutte le persone, indipendentemente dall’aspetto fisico o dall’abbigliamento.