Il giorno 8 Marzo, all’evento “Genera-Il coraggio che genera il mondo” che si è tenuto presso l’Istituto da Vinci di Poggiomarino, abbiamo incontrato Taya Vysochanska, giovane artista ucraina residente da circa 4 anni in Italia, e le abbiamo chiesto di parlarci della sua arte.

Da quanto dipingi Taya?
Da sempre, in Ucraina ho frequentato il Liceo artistico prima di trasferirmi in Italia.

Cosa ti spinge a farlo?
Non posso fare altrimenti, non riesco a non dipingere. Ho sempre qualcosa da dire, è il mio modo di comunicare con me stessa e con il mondo.

Hai sempre dipinto figure femminili nella tua vita?
No, ho dipinto un po’ di tutto… ma negli ultimi tempi mi sono dedicata principalmente alle donne.

Condivi la tua arte anche sui social. Quanto pensi di riuscire a comunicare tramite lo schermo?
Certo utilizzo anche i social, ma in questo modo posso solo mostrare una parte delle mie opere… vedere quadri dal vivo è completamente diverso. Anche se così ho trovato molte persone che apprezzano la mia arte.

In quale città vivi ora?
Vivo a Somma Vesuviana, dove ho anche fatto una mostra di recente al Castello di Somma.

Parlaci un po’ delle tue mostre.
Ho partecipato appunto ad una mostra che si è tenuta a Somma, dal 16 dicembre al 13 gennaio al Castello d’Alagno, dal titolo “Donna”. L’anno scorso ho tenuto un Vernissage dal titolo “Riflessi” che si è tenuto a novembre presso l’archivio storico di Palazzo Allocca a Saviano.

Ci racconti qualcosa di toccante avvenuto proprio durante una tua mostra?
Certo… circa sei mesi dopo lo scoppio della guerra avevo un’esposizione a Somma, e mi è capitata una famiglia ucraina, e una signora che di fronte ai miei quadri hanno cominciato a piangere in pubblico, perché in quell’esposizione avevo una serie di opere dedicate alla guerra. Ho sentito molto vicine quelle persone in quella circostanza, anche perché hanno pianto per molto tempo. È stata un’esperienza a tratti toccante, a tratti pesante.

Che effetto ti fa vedere che la tua arte provochi certe reazioni negli altri?
Mi fa sentire bene… come se mi desse la certezza che sto seguendo la strada giusta per me, e sto facendo qualcosa di giusto.

Se dovessi dare un consiglio a qualche tuo collega, giovane artista che si approccia a questo mondo cosa gli diresti? Continua così?
Certo, gli direi di continuare anche se non piace a nessuno. L’importante è farlo sapendo ciò che stai facendo, cercando di esprimere sempre qualcosa di originale da dire. Devi aver bisogno di parlare a chi ti guarda…