Nella regione della Campania, il numero di medici di famiglia sta diminuendo, portando a un sovraccarico di pazienti per quasi il 60% dei professionisti. Nonostante l’Accordo collettivo nazionale stabilisca un massimo di 1.500 assistiti per medico di base, i dati della Fondazione Gimbe indicano che in Campania ben il 58,4% dei medici di medicina generale supera questo limite, un dato significativamente più alto della media nazionale, ferma al 47,7%. La qualità dell’assistenza risulta compromessa a causa di questo sovraccarico, secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. Questa situazione solleva preoccupazioni su tre elementi chiave: la disponibilità effettiva dei medici in rapporto alla densità abitativa, la distribuzione equa sul territorio e la possibilità per i cittadini di scegliere liberamente il proprio medico.
Le situazioni peggioreranno nei prossimi anni, con una carenza di 381 professionisti registrata al 1° gennaio 2023 in Campania. Inoltre, si prevede un aumento significativo dei medici che raggiungeranno l’età pensionabile nei prossimi anni, portando a una diminuzione di 384 unità dei medici di medicina generale in Campania entro il 2026, secondo le stime della Fondazione Gimbe.
La regione si trova in una situazione critica a causa delle restrizioni imposte dalla pianificazione sanitaria nazionale e dalla carenza di risorse per l’assunzione di personale e la riorganizzazione dei servizi. La Campania si distingue per la maggiore anzianità dei medici rispetto ad altre regioni, con oltre il 80% dei medici che hanno conseguito la laurea da più di 27 anni. La Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) chiede soluzioni immediate, proponendo un aumento del numero massimo di assistiti per medico a 1.800 come possibile soluzione e ribadendo l’importanza di rendere la professione più attrattiva.