La testimonianza di Chiara Tramontano, al processo per l’omicidio di sua sorella Giulia, offre uno sguardo crudo e toccante sulla vita di una donna tormentata da una relazione tossica e dolorosa. Giulia, al settimo mese di gravidanza, è stata uccisa lo scorso maggio da Alessandro Impagnatiello, il padre del figlio che aveva in grembo. Chiara ha descritto una serie di sintomi fisici ed emotivi che Giulia aveva manifestato durante la sua relazione con Impagnatiello. La giovane donna aveva perso l’appetito e tutto ciò che mangiava aveva un sapore strano, che lei descriveva come ammoniaca. Inoltre, soffriva di un mal di stomaco persistente, sintomo di uno stato di stress e ansia costante.
Ma non erano solo i sintomi fisici a tormentare Giulia: la relazione con Impagnatiello era segnata da tradimenti, assenze e menzogne. Il suo compagno cercava di farla passare per pazza e paranoica, manipolandola emotivamente e minando la sua fiducia in se stessa. La solitudine e la disperazione erano diventate la sua costante compagnia, mentre il veleno della relazione la consumava lentamente dall’interno.
Chiara ha raccontato al processo la breve ma tormentata storia di coppia tra Giulia e Impagnatiello, evidenziando gli alti e bassi che caratterizzavano il loro rapporto. Ha sottolineato la sofferenza e l’isolamento che sua sorella ha vissuto, prima di essere tragicamente privata della vita.
Alessandro Impagnatiello, il 30enne accusato dell’omicidio di Giulia, secondo la difesa, chiederà l’accesso alla giustizia riparativa. Tuttavia, la testimonianza di Chiara ha gettato luce sulla profonda sofferenza e manipolazione che sua sorella ha subito, offrendo un quadro vivido della tragica fine di una relazione tossica e violenta.