Mentre marzo si apre con l’augurio di una primavera nuova di speranza, per decine di migliaia di mamme lavoratrici in Italia, questo mese porta con sé un bonus atteso con ansia e aspettative elevate. Tuttavia, il ritardo nei pagamenti ha portato a un’inaspettata sorpresa: un pagamento “triplo” che renderà questo mese particolarmente speciale per molte famiglie. Il bonus mamme, un provvedimento mirato a sostenere le madri lavoratrici con due o più figli piccoli, consiste in uno sgravio sui contributi previdenziali fino a tremila euro lordi annui. Questo si traduce in un aumento significativo della busta paga, potenzialmente raggiungendo i 150 euro netti in più al mese.

Purtroppo, però, molte delle 800 mila beneficiarie, sia del settore pubblico che privato, non hanno ancora visto la luce in fondo al tunnel dei ritardi burocratici. Il problema principale risiede nella necessità di comunicare i codici fiscali dei figli all’INPS, compito che spetta sia ai genitori che ai datori di lavoro.

Le aziende e la pubblica amministrazione, impreparate a gestire la mole di richieste, hanno attivato le procedure necessarie in ritardo, lasciando un terzo delle mamme ancora in attesa del tanto atteso bonus.

Tuttavia, c’è una luce in fondo al tunnel per coloro che si trovano ancora in attesa. Marzo, infatti, porterà con sé un pagamento “triplo”, con cifre che potrebbero arrivare fino a 450 euro netti in più sulla busta paga. Questa inaspettata boccata d’aria fresca è stata ribattezzata “bonus a scoppio ritardato” dalle mamme che ancora non hanno ricevuto il loro sostegno finanziario.

Il bonus, che esonera dai contributi IVS, rappresenta un valido aiuto per le famiglie italiane. Non è legato a soglie ISEE e l’aumento della busta paga cresce parallelamente al reddito. Questo significa che le lavoratrici con stipendi più alti riceveranno un beneficio più generoso, fino a circa 150 euro netti in più al mese per retribuzioni superiori ai 27.500 euro annui.