Nel panorama sociale del 2024, persiste il riconoscimento delle diverse forme di sostegno per coloro che svolgono prevalentemente mansioni di cura non retribuite all’interno della propria famiglia. Tuttavia, tale supporto non si configura come un bonus specifico, bensì come una serie di misure di protezione e assistenza, data la natura lavorativa di tali attività, come sottolineato anche dalla Corte Costituzionale fin dal lontano 1995. Nonostante non vi sia una remunerazione diretta per questo tipo di lavoro, che spazia dalle faccende domestiche alla cura dei familiari, esistono comunque strumenti che consentono di garantirsi una pensione futura. Questo è particolarmente importante considerando che, secondo stime condotte nel 2014, se il lavoro domestico fosse retribuito, il suo valore potrebbe ammontare a diverse migliaia di euro.

Una delle principali forme di sostegno è rappresentata dal Fondo Inps di previdenza per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari, istituito dal decreto legislativo n. 565 del 1996. Questo fondo consente a coloro che non svolgono alcuna attività lavorativa retribuita di versare contributi volontari per assicurarsi una rendita pensionistica futura.

L’iscrizione al Fondo è volontaria e non comporta costi fissi di iscrizione. Tuttavia, per ottenere una prestazione pensionistica è necessario versare una contribuzione annuale minima, che non può essere inferiore a 309,84 euro. Affinché una prestazione previdenziale sia erogata, è richiesta una maturazione minima di cinque anni di contributi.

Per coloro che aderiscono al Fondo, sono previste due tipologie di prestazioni:

Pensione di Vecchiaia: Questa pensione può essere ottenuta a partire dai 57 anni di età e con almeno 5 anni di contributi versati. Tuttavia, affinché sia erogata, l’importo maturato deve essere pari o superiore al valore dell’assegno sociale maggiorato del 20%. In termini pratici, al 2024, ciò equivale a un importo pensionistico di circa 640 euro mensili.

Pensione d’Inabilità: Questa prestazione è erogata nel caso in cui l’individuo diventi assolutamente e permanentemente incapace di svolgere qualsiasi attività lavorativa. Tuttavia, è richiesta una maturazione minima di cinque anni di contributi per poter accedere a questa prestazione.

È importante sottolineare che l’importo della pensione dipende dai contributi versati nel corso degli anni e che la pensione per casalinghe e casalinghi non gode dell’integrazione al trattamento minimo, il che significa che senza contributi consistenti, la rendita pensionistica potrebbe risultare molto bassa.