A partire dal 2025, una significativa innovazione nell’assistenza agli anziani prende forma con l’introduzione della “Prestazione Universale” destinata a migliaia di ultraottantenni non autosufficienti in Italia. Questo provvedimento, approvato dal Consiglio dei ministri come primo decreto attuativo della legge 33/2023, segna un passo importante nella riforma dell’assistenza agli anziani, conforme agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

La “Prestazione Universale” è concepita per fornire un sostegno economico e sociale agli ultraottantenni con un elevato livello di bisogno assistenziale e un basso reddito, rappresentato da un Isee inferiore a 6 mila euro. Questa misura prevede un bonus mensile di 850 euro, che si aggiunge all’assegno di accompagnamento già esistente di 530 euro, portando così a 1.380 euro la somma complessiva destinata a badanti, assistenti familiari e servizi di assistenza.

L’obiettivo principale della “Prestazione Universale” non è solo quello di fornire un sostegno economico, ma anche di contrastare l’isolamento degli anziani. Si valorizza la casa come luogo principale di cura e assistenza, promuovendo l’invecchiamento attivo e l’autonomia degli ultraottantenni. L’integrazione tra assistenza sociale e sanitaria è fondamentale per garantire una presa in carico completa e personalizzata dell’anziano, con un’attenzione particolare verso la telemedicina, la teleassistenza e l’assistenza domiciliare.

Un approccio preventivo è al centro di questa visione, incoraggiando uno stile di vita attivo e privo di stress attraverso l’attività fisica e la partecipazione a iniziative sociali. Inoltre, si promuove un maggiore coinvolgimento intergenerazionale, con agevolazioni specifiche anche nel settore dei trasporti. Nuove forme di convivenza solidale, come il senior cohousing e il cohousing intergenerazionale, sono promosse per favorire lo scambio tra generazioni e coinvolgere giovani in situazioni svantaggiate.

Tuttavia, nonostante gli obiettivi ambiziosi, il finanziamento dell’iniziativa è limitato dalle risorse disponibili. Il governo ha stanziato 500 milioni di euro per i prossimi due anni, ma si è previsto che in caso di superamento del budget saranno rivisti i criteri di accesso per limitare ulteriormente la platea dei beneficiari.

La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha sottolineato l’importanza di questa riforma, definendola “una proposta attesa da 20 anni” in un paese che si trova al vertice delle classifiche europee per numero di anziani. Sebbene sia stata finanziata a livello sperimentale, la ministra ha ammesso che la situazione delle risorse è limitata, ma ha espresso fiducia nel fatto che questa riforma segni un importante passo avanti nell’assistenza agli anziani italiani, offrendo loro un progetto personalizzato di cura e assistenza.