A partire dal 2025, una significativa novità nel panorama del welfare italiano vedrà la luce: la Prestazione Universale destinata agli anziani ultraottantenni non autosufficienti, caratterizzati da un livello di bisogno assistenziale gravissimo e un basso reddito. Questo assegno mensile di 850 euro, sostituendo l’attuale assegno di accompagnamento di 530 euro, rappresenta un importante passo avanti per garantire una migliore qualità della vita agli anziani più vulnerabili. Il decreto legislativo in attuazione della delega sulle politiche in favore delle persone anziane, che sarà discusso nel consiglio dei ministri odierno, rappresenta una tappa fondamentale per modificare in modo significativo le politiche di welfare a favore dei non autosufficienti. Con 17 norme articolate, il provvedimento mira a promuovere una maggiore integrazione tra assistenza sociale e assistenza sanitaria, favorendo l’adozione di servizi come la telemedicina e la teleassistenza, nonché l’assistenza domiciliare integrata.

Un altro obiettivo cruciale è quello di combattere l’isolamento e la solitudine degli anziani, ponendo la casa al centro delle cure e favorendo il rapporto intergenerazionale. La normativa promuove una vita attiva attraverso l’accesso a più opportunità sportive per gli anziani, il turismo del benessere e il turismo lento per gli over 65, e favorisce un maggior coinvolgimento dei giovani attraverso il servizio civile universale.

Inoltre, il provvedimento prevede agevolazioni speciali anche per i trasporti e promuove nuove forme di coabitazione solidale e intergenerazionale, con particolare attenzione verso i giovani in condizioni svantaggiate.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’assegno di Prestazione Universale sarà erogato solo agli ultraottantenni con un livello di disabilità gravissima certificata dall’INPS e un reddito ISEE inferiore a 6.000 euro all’anno. Questo criterio stringente limita il numero di beneficiari stimati a soli 26.000, rappresentando solo lo 0,6% dei quasi 4 milioni di anziani non autosufficienti nel paese.

Il governo, conscio della necessità di ampliare l’accesso a questo beneficio, sta valutando la possibilità di aumentare i fondi del 20%. Attualmente, solo l’1,9% degli anziani non autosufficienti con disabilità grave beneficia dell’indennità di accompagnamento.

Nonostante l’importanza di questa iniziativa, resta da affrontare il fatto che la sperimentazione è concentrata solo sui disabili gravissimi, escludendo una parte significativa di anziani afflitti da patologie gravi.