I cittadini che hanno sostenuto spese nel 2023 per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica, con l’obiettivo di garantire un’adeguata qualità dell’acqua potabile, potrebbero ricevere un rimborso ben inferiore rispetto a quanto inizialmente previsto. Questo è il risultato della recente rideterminazione del credito d’imposta, il quale è stato drasticamente abbassato rispetto alle richieste presentate. La Legge di Bilancio 2021 aveva stanziato un fondo di 1,5 milioni di euro per il rimborso delle spese sostenute nel 2023, che rappresentava l’ultimo anno di validità dell’agevolazione fiscale. Tuttavia, il totale dei crediti richiesti per il bonus acqua potabile ha superato i 23 milioni di euro, portando a una drastica riduzione del credito d’imposta spettante.
Secondo quanto specificato nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 22 marzo 2024, il credito d’imposta sarà pari al 6,45% dell’importo richiesto. Considerando che il bonus teoricamente copriva il 50% delle spese sostenute, il rimborso effettivo si attesta intorno al 3%.
Questa decisione è influenzata dallo stanziamento limitato di risorse rispetto alla grande quantità di richieste pervenute. Era prevedibile che le risorse a disposizione non sarebbero state sufficienti a coprire un’agevolazione così ampia, senza l’implementazione di particolari limiti di accesso.
Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate ha inoltre specificato che l’importo massimo fruibile per ciascun beneficiario sarà determinato moltiplicando il credito risultante dall’ultima domanda trasmessa per la percentuale di calcolo ora pubblicata.
Il bonus acqua potabile prevedeva un rimborso massimo di 1.000 euro per unità immobiliare per le persone fisiche non esercenti attività economica, e di 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni, e per gli enti non commerciali.
Un esempio pratico dell’impatto di questa riduzione percentuale può essere osservato considerando il caso di spese sostenute per un totale di 800 euro. Il credito d’imposta richiesto sarebbe pari a 400 euro (50% delle spese sostenute). Tuttavia, tenendo conto della percentuale effettiva del 6,45%, il rimborso calcolato sarebbe di soli 25,80 euro, corrispondente a poco più del 3% delle spese sostenute.
Questo ribasso del rimborso rispetto alle aspettative iniziali potrebbe deludere molti cittadini che avevano sperato in un maggiore supporto finanziario per le loro spese legate alla qualità dell’acqua potabile.