Luigi Moccia, presunto capo dell’omonimo clan di camorra, è assolto per non aver commesso il fatto dai giudici della Quinta sezione della Corte d’Appello di Napoli. Questa decisione arriva in seguito al processo iniziato nel 2018, durante il quale Moccia si è costantemente dichiarato estraneo ai fatti contestati. Il processo ha avuto inizio a seguito di una retata che ha portato in cella numerosi individui legati alla criminalità afragolese. Durante questo processo, Luigi Moccia era condannato in primo grado a vent’anni di carcere per associazione mafiosa dal Tribunale di Napoli. Tuttavia, questa condanna è ora annullata con l’assoluzione pronunciata dalla Corte d’Appello.
Alcune settimane prima, Antonio Moccia, difeso dagli avvocati Saverio Senese e Salvatore Pettirossi, era finito anch’egli assolto per l’identica accusa dalla Terza sezione della Corte di Appello. Nel frattempo, la condanna per altri individui coinvolti nel caso è stata soggetta a riduzioni o conferme: Antonio Franzese ha visto ridotta la sua condanna a 10 anni, mentre per Filippo Iazzetta e Francesco Favella, confermata la condanna a 4 anni di reclusione.
La difesa degli imputati è affidata a diversi avvocati, tra cui Saverio Senese, Salvatore Pettirossi, Gennaro Lepre, Dario Carmine Procentese, Claudio Davino, Nicola Quatrano, Mauro Dezio e Antonietta Genovino. Questi legali hanno dovuto esaminare una vastissima mole di documenti, comprendenti 375mila pagine d’informativa.
L’indagine si è basata su intercettazioni ambientali nelle abitazioni di vari individui coinvolti nel mondo della criminalità, tra cui Modestino Pellino, Angelino Giuseppe (alias “Pepp ‘o Lupo”) e Gennaro Tuccillo (alias “Zi Sant”), quest’ultimo deceduto successivamente per cause naturali. L’ordinanza cautelare iniziale è emessa dal giudice delle indagini preliminari Tommaso Perrella.
L’indagine ha coinvolto numerosi altri personaggi del malaffare, tra cui Antonio Ciccarelli (alias “Tonino ‘a Munnezza”), Mauro Bencivenga (alias “Maurino”), Marcello Di Domenico, Sabato Felli, Raffaele Nobile (alias “O Panzaruttaro”), Michele Puzio e Salvatore Caputo, Anna Capone e Antonio Cennamo (alias “Tanuccio ‘o Malomm”).