La pensione anticipata Ape sociale, che consente ai lavoratori di uscire dal mondo del lavoro a 63 anni e 5 mesi, rappresenta un importante incentivo per coloro che desiderano anticipare il proprio pensionamento. Tuttavia, uno dei limiti di questa forma di pensione è la mancanza di reversibilità per i superstiti, una caratteristica che può suscitare preoccupazioni per coloro che vogliono garantire la sicurezza economica dei propri familiari. L’INPS rilascia la pensione di reversibilità ai superstiti in seguito alla scomparsa del pensionato o del lavoratore assicurato. Tuttavia, la pensione di reversibilità non è concessa ai beneficiari dell’Ape sociale, poiché questa forma di pensionamento è considerata un’indennità erogata dallo Stato e non un trattamento pensionistico ordinario.
Tuttavia, esiste una luce in fondo al tunnel per coloro che percepiscono l’Ape sociale. A partire dai 67 anni di età, quando cessa l’Ape sociale e il lavoratore diventa idoneo per la pensione di vecchiaia ordinaria, la reversibilità diventa un’opzione disponibile. Questo perché la pensione di vecchiaia ordinaria gode del beneficio della reversibilità, permettendo al coniuge superstite o ad altri familiari di ricevere una quota della pensione dopo la scomparsa del pensionato.
Inoltre, è importante notare che durante il periodo di percezione dell’Ape sociale, il lavoratore accumula contribuzione assicurativa che sarà utile per il calcolo della futura pensione di vecchiaia ordinaria. Questo significa che, nonostante la mancanza di reversibilità durante il periodo di percezione dell’Ape sociale, i beneficiari possono guardare avanti alla prospettiva di una maggiore sicurezza economica una volta raggiunta l’età pensionabile.